Primarie Lega, anche il Nordest
incorona Salvini e "salva" Bossi

Domenica 8 Dicembre 2013 di Paolo Francesconi
Primarie Lega, anche il Nordest incorona Salvini e "salva" Bossi
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VENEZIA - Matteo Salvini, 40 anni, ha stravinto le primarie della Lega a cui ha partecipato il 60% dei militanti: l’82% dei consensi (8.162 preferenze) sono un verdetto inequivocabile.

Ad Umberto Bossi, il fondatore del partito, candidatosi a dispetto dei consigli di molti fedelissimi, si deve accontentare del 18% (1.883 voti). Per il Senatur il risultato in Veneto (20% circa, 80 a Salvini con percentuale di votanti inferiore, ma comunque oltre il 50%) è migliore rispetto al resto del Nord. Tuttavia la sostanza non cambia.

Salvini, primo segretario che non appartiene alla generazione dei fondatori, resterà in carica fino al 2015: non ha un mandato triennale pieno perchè subentra in corsa al dimissionario Roberto Maroni, deciso a fare solo il governatore della Lombardia. Maroni è tiepido con Bossi («il suo futuro? vedremo») mentre Salvini a caldo usa parole dolci: «Deve essere una parte fondamentale della Lega, i suoi consigli e il suo fiuto sono necessari a me e al partito». Resterà presidente federale con pieni poteri, anche sulle espulsioni, o avrà solo una carica onorifica? Dopo il voto, il leader storico non ha fatto commenti (a urne aperte aveva confermato l’impegno a «lavorare per salvare il movimento»).

Chi, dal Veneto, l’ha sentito in serata racconta di un Bossi sereno, certo non entusiasta, ma fermo nel continuare a dare un contributo. Gli altri messaggi spediti dal neo segretario (formalmente verrà nominato dai delegati il 15 dicembre a Torino) sono contro l’Europa: «La mia sarà una Lega di battaglia. Primo obiettivo riprenderci la sovranità dalla Ue, ci siamo rotti le palle che Bruxelles ci debba dire come vivere, questo è un gulag, Unione sovietica non Unione europea». E a ruota, dopo che nei giorni aveva assicurato il suo impegno per il referendum sull’indipendenza del Veneto, l’annuncio di altre raccolte firme nel 2014: «Proporrò alcuni referendum, a partire dall’abolizione dei prefetti, simbolo dell’occupazione di uno Stato ladro, e dalla riforma Fornero sul lavoro». Quanto alle amministrative di primavera e alle alleanze future, Salvini ha sottolineato che «manteniamo i patti dove governiamo bene, cioè nelle Regioni e nei Comuni».

In Veneto l’affermazione del leader dei giovani padani ha un significato particolare dato che suo compito aggiuntivo sarà quello di porre fine allo scontro interno apertosi al congresso con la vittoria di Flavio Tosi. È un dato di fatto che molti che non avevano votato per Maroni e Tosi un anno e mezzo fa, e che oggi fanno parte della minoranza, stavolta hanno dato fiducia a Salvini.

A "guastare la festa" la denuncia di Paola Goisis, pasionaria bossiana, ex deputata, poi espulsa, ma ancora capogruppo del Carroccio ad Este. Segnala che a Verona «ha votato il consigliere Francesco Vartolo, autore venerdì di uscite indegne contro Nelson Mandela e di cui il segretario Tosi aveva annunciato l’immediata espulsione. Una bella differenza di trattamento rispetto ai 24 militanti veneti sospesi e poi riabilitati ma che ieri si sono visti negata la possibilità di votare. Alle solite - conclude Goisis - Due pesi e due misure. Aver fatto votare Vartolo è una macchia di disonore».

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Ultimo aggiornamento: 13:54

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