VENEZIA - Secondo le stime degli esperti, negli oceani mondiali galleggiano 13 milioni di tonnellate di plastica e nei mari europei altre 500.000, per l’80% provenienti dai fiumi. Mancano però dati reali sull’effettiva quantità e tipologia di questi rifiuti, tali da consentire ai decisori politici lo studio delle misure più opportune da attuare. Ma ora in Veneto, per la prima volta nel Vecchio Continente, sarà allungato lo sguardo sui corsi d’acqua grazie a “River eye”, progetto sperimentale e innovativo che vede insieme la Regione, l’associazione Plastic Free e la startup Blue Eco Line: per un anno saranno monitorati il Po a Ficarolo e il Canalbianco a Adria (Rovigo), il Piave a Eraclea (Venezia) e il Bacchiglione a Correzzola (Padova), con l’obiettivo di valutare l’eventuale posizionamento di barriere in grado di bloccare la spazzatura negli alvei e di convogliarla sugli argini per la rimozione.
LA RACCOLTA
Nell’attività di raccolta i veneti sono diventati dei campioni, a giudicare dal resoconto di Plastic Free.
L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Al di là delle proiezioni, però, servono dati, attualmente indisponibili anche in ambito europeo, dove le rilevazioni tutt’al più si sono affidate a brevi osservazioni umane. «Invece serve un monitoraggio costante – spiega Camilla Cantiani, direttore dei sistemi informativi di Blue Eco Line – e per questo utilizziamo “River eye” sui ponti dei quattro fiumi veneti. Si tratta di una centralina dotata di due videocamere, che riprendono 24 ore su 24 lo specchio d’acqua. Le immagini vengono riversate in un server, dove un algoritmo di intelligenza artificiale distingue il materiale plastico da quello organico. Fra 12 mesi avremo le informazioni sufficienti per studiare il fenomeno. A quel punto gli enti potranno decidere cosa fare, ad esempio se installare il “River cleaner” che sperimentiamo a Grosseto, cioè un nastro trasportatore su cui i rifiuti impattano, fino ad essere condotti a riva».
I FONDI
L’assessore regionale Gianpaolo Bottacin (Lega) è fiducioso: «Adesso in Veneto la plastica ha le ore contate, grazie a un’operazione basata su ragionamenti che portiamo avanti da anni. Nell’aggiornamento del Piano rifiuti, ho fatto inserire la tariffa unica di smaltimento che scatterà dal 2024, in base a una media fra i diversi impianti, più un leggero incremento. Questo lieve aumento servirà a premiare i bacini virtuosi, ma anche a finanziare la rimozione dei rifiuti galleggianti, che sarà così “spalmata” fra tutti i veneti». Finora erano invece i residenti del Comune interessato dalla raccolta a pagare quel servizio in bolletta. «Ma bisognerebbe avviare un confronto interregionale, perché Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna hanno qualche responsabilità nei nostri confronti in merito al Po», evidenzia Fabiano Pigaiani, sindaco di Ficarolo. Il progetto veneto ha ricevuto dalla Regione un contributo di 51.000 euro. «Davvero irrisori: spero che questo sia solo un primo passo», fa sapere il consigliere Andrea Zanoni (Partito Democratico).