L’occhio (elettronico) sui fiumi: «La plastica ha le ore contate»

La Regione, un’associazione e una start up lanciano in Veneto il piano “River eye” contro i rifiuti flottanti

Venerdì 28 Aprile 2023 di Angela Pederiva
L’occhio (elettronico) sui fiumi: «La plastica ha le ore contate»

VENEZIA - Secondo le stime degli esperti, negli oceani mondiali galleggiano 13 milioni di tonnellate di plastica e nei mari europei altre 500.000, per l’80% provenienti dai fiumi. Mancano però dati reali sull’effettiva quantità e tipologia di questi rifiuti, tali da consentire ai decisori politici lo studio delle misure più opportune da attuare. Ma ora in Veneto, per la prima volta nel Vecchio Continente, sarà allungato lo sguardo sui corsi d’acqua grazie a “River eye”, progetto sperimentale e innovativo che vede insieme la Regione, l’associazione Plastic Free e la startup Blue Eco Line: per un anno saranno monitorati il Po a Ficarolo e il Canalbianco a Adria (Rovigo), il Piave a Eraclea (Venezia) e il Bacchiglione a Correzzola (Padova), con l’obiettivo di valutare l’eventuale posizionamento di barriere in grado di bloccare la spazzatura negli alvei e di convogliarla sugli argini per la rimozione.

LA RACCOLTA
Nell’attività di raccolta i veneti sono diventati dei campioni, a giudicare dal resoconto di Plastic Free.

Fra il 2021 e il 2022 sul territorio regionale sono stati registrati «i numeri più alti d’Italia»: 164.147 chili di plastica e rifiuti rimossi dall’ambiente attraverso 567 appuntamenti di pulizia promossi da 136 referenti, gli arieti di un movimento che conta 330 associati e 5.744 volontari, capaci di coinvolgere 12.736 studenti in 192 scuole. «Solo nell’ultimo fine settimana – dice Roberto Marrazzo, responsabile per il Veneto – si sono tenuti qui 65 dei 330 “clean up” organizzati a livello italiano in occasione della “Giornata mondiale della Terra”. Lungo i fiumi e sulle spiagge, ma anche nelle città, troviamo di tutto: dagli involucri delle caramelle alle bottiglie d’acqua, passando per i sacchetti e i frigoriferi. C’è poi l’emergenza dei mozziconi: nel centro storico di Venezia, dalla stazione di Santa Lucia a piazza San Marco lungo Strada Nova, ne abbiamo raccolti fra 27.000 e 30.000, cioè 13 chili. Il problema non è la plastica in sé, che infatti non demonizziamo, ma lo scarso senso civico: per questo sensibilizziamo all’importanza di non abbandonarla e alla necessità di trovare alternative al monouso». Aggiunge al riguardo Paolo Monesi, coordinatore nazionale dei rapporti con gli enti pubblici: «Le analisi degli scienziati sul cosiddetto “marine litter”, cioè sull’insieme degli scarti che vengono dispersi in mare, indicano risultati catastrofici. Si prevede infatti che nel 2050 la massa dei rifiuti flottanti sarà superiore a quella dei pesci».

L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Al di là delle proiezioni, però, servono dati, attualmente indisponibili anche in ambito europeo, dove le rilevazioni tutt’al più si sono affidate a brevi osservazioni umane. «Invece serve un monitoraggio costante – spiega Camilla Cantiani, direttore dei sistemi informativi di Blue Eco Line – e per questo utilizziamo “River eye” sui ponti dei quattro fiumi veneti. Si tratta di una centralina dotata di due videocamere, che riprendono 24 ore su 24 lo specchio d’acqua. Le immagini vengono riversate in un server, dove un algoritmo di intelligenza artificiale distingue il materiale plastico da quello organico. Fra 12 mesi avremo le informazioni sufficienti per studiare il fenomeno. A quel punto gli enti potranno decidere cosa fare, ad esempio se installare il “River cleaner” che sperimentiamo a Grosseto, cioè un nastro trasportatore su cui i rifiuti impattano, fino ad essere condotti a riva».

I FONDI
L’assessore regionale Gianpaolo Bottacin (Lega) è fiducioso: «Adesso in Veneto la plastica ha le ore contate, grazie a un’operazione basata su ragionamenti che portiamo avanti da anni. Nell’aggiornamento del Piano rifiuti, ho fatto inserire la tariffa unica di smaltimento che scatterà dal 2024, in base a una media fra i diversi impianti, più un leggero incremento. Questo lieve aumento servirà a premiare i bacini virtuosi, ma anche a finanziare la rimozione dei rifiuti galleggianti, che sarà così “spalmata” fra tutti i veneti». Finora erano invece i residenti del Comune interessato dalla raccolta a pagare quel servizio in bolletta. «Ma bisognerebbe avviare un confronto interregionale, perché Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna hanno qualche responsabilità nei nostri confronti in merito al Po», evidenzia Fabiano Pigaiani, sindaco di Ficarolo. Il progetto veneto ha ricevuto dalla Regione un contributo di 51.000 euro. «Davvero irrisori: spero che questo sia solo un primo passo», fa sapere il consigliere Andrea Zanoni (Partito Democratico).
 

Ultimo aggiornamento: 29 Aprile, 09:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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