Legare i pazienti psichiatrici per 48 ore, il Tar boccia il ricorso contro la Regione Veneto, ma la battaglia va avanti

Giovedì 24 Febbraio 2022 di Roberta Brunetti
Legare i pazienti psichiatrici per 48 ore, il Tar boccia il ricorso contro la Regione Veneto, ma la battaglia va avanti
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VENEZIA - Il Tar non ha accolto il ricorso contro le nuove regole, introdotte dalla Regione Veneto e accolte dall'Ulss 3, che consentono di legare i pazienti psichiatrici fino a 24/48 ore consecutive.

L'associazione Lo Specchio, che lo aveva presentato, ha già deciso che ricorrerà in Consiglio di Stato. Una battaglia che continua per questa associazione di pazienti psichiatrici che ha raccolto l'adesione dell'Associazione giuristi democratici, del Comitato per la difesa della sanità pubblica, nonché di un gruppo di storici psichiatri di scuola basagliana. Ieri proponenti e sostenitori hanno spiegato le loro ragioni in una conferenza stampa.


LA SENTENZA

Le linee guida regionali contestate, con le relative procedure operative dell'Ulss, risalgono al 2020. Nella sua sentenza il Tar ribadisce come la contenzione debba essere l'extrema ratio a fronte di un pericolo. In questo contesto, secondo i giudici, aver introdotto delle regole va a vantaggio dei pazienti. «Assicurano una maggior tutela» scrivono nella sentenza «in assenza di una previsione normativa a riguardo».
«Ma quello che noi abbiamo impugnato non sono le linee guida in generale - ha ribattuto l'avvocato Angelo Pozzan, difensore de Lo Specchio - che hanno anche degli aspetti positivi. Bensì l'aver introdotto un limite orario, oltretutto di 24/48n ore! Una durata che cozza palesemente con l'articolo 54 del codice penale secondo il quale la contenzione, per non essere reato, deve durare per il tempo strettamente necessario ad evitare un pericolo per se o per altri e, quindi, al massimo, ad esempio, per il tempo in cui la sedazione fa effetto (1 o 2 ore )». «In ogni caso un atto amministrativo non può disciplinare un gesto come il contenimento che deve essere l'extrema ratio da valutare di volta in volta» ha aggiunto l'avvocato Alfiero Farinea, per i giuristi democratici.


LE CRITICHE

Pozzan ha definito la sentenza del Tar «pericolosa» perché fa un favore alla Regione, penultima in Italia nel finanziamento dei servizi psichiatrici, alle Rsu e ai reparti che, a corto di personale, finiranno con il legare i pazienti». «Un servizio psichiatrico che funziona bene non lega i pazienti - ha ammonito Fabrizio Ramacciotti - Se c'è una reale presa in carico, non ci sarà il bisogno della contenzione. Sono indicatori di qualità che non sono stati presi in considerazione dalla Regione Veneto. Non è un caso che qui si taglino i finanziamenti per la psichiatria e si promuovano invece le comunità di lunga assistenza. Luoghi dove i pazienti entrano a 40-45 anni per non uscirne più, dove non sono seguiti da medici e hanno solo 5 ore di assistenza psicologica la settimana. Strutture oltretutto che sono a carico anche di famiglie e amministrazione locali». Ramacciotti ha puntato il dito anche contro le «guardie attive limitate ai soli ospedali hub. C'è una circolare a riguardo. Gli hub, in particolare per la psichiatria, diventeranno luoghi terribili, dove gestire i casi di crisi da tutta la provincia. Impossibile. A quel punto si legherà... Queste centralizzazioni sono esagerate. Un conto è fare una radiografia a distanza, ma per altre prestazioni non si può proprio fare. E mi stupisce il silenzio assordante in cui ciò avviene, l'acquiescenza di tanti colleghi veneti che hanno paura a mettersi contro la Regione». Guido Pullia ha raccontato della sua esperienza trentennale senza aver mai avuto la necessità di legare e ha messo in guardia dal «rischio di tornare alla cultura manicomiale». Marcello Lattanzio ha ammonito: «Legare deve essere moralmente inaccettabile. É una battaglia culturale».

 

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