GORIZIANO SLOVENO - I suoi quadri sono esposti nei più importanti musei del mondo ma non tutti sanno che una vasta collezione di opere di Zoran Mušič si può visitare in una galleria a due passi dal Friuli, in Slovenia, nel castello di Dobrovo, a due km dal confine. Il noto artista, nato in una famiglia di lingua slovena nel villaggio di Boccavizza presso Gorizia, allora parte della Contea di Gorizia e Gradisca, oggi Slovenia, cominciò la sua carriera con lunghi viaggi trascorrendo mesi a Madrid e a Curzola; visse a Maribor e Lubiana prima di stabilirsi a Trieste e a Venezia. Durante la seconda guerra mondiale fu deportato nel campo di concentramento di Dachau e poi, liberato, fece ritorno a Lubiana, quindi a Gorizia e infine a Venezia, dove vinse il premio Gualino alla Biennale del 1950.
A partire dagli anni sessanta i motivi organici di Mušič divennero sempre più astratti. Una nuova serie di opere, tra il 1970 e il 1976, “Noi non siamo gli ultimi”, nelle quali l'artista trasformò il terrore e l'inferno della prigionia nel campo di concentramento di Dachau in documenti di una tragedia universale, ebbe enorme successo e fu certamente la più acclamata dalla critica. È questa, insieme alle viste di Venezia e della Dalmazia, la collezione che si può vedere nella galleria del secondo piano del castello di Dobrovo, maniero costruito a inizio del XVII secolo e considerato uno dei più bei manieri dell’Goriziano sloveno.
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