​Lavoro, cambiano le priorità dei dipendenti. Il tempo è denaro: il 91% vuole la settimana corta

Mercoledì 5 Luglio 2023 di Natascia Porcellato
Lavoro, cambiano le priorità dei dipendenti

Sarà stato l'aver sperimentato lo smart working o il ritrovato piacere di stare in casa, ma gli anni di pandemia sembrano aver cambiato non solo la percezione del tempo, ma anche come e dove questo debba essere speso. Il recente dibattito si è concentrato in particolare sull'equilibrio tra lavoro e famiglia, su come queste due sfere fondamentali per la realizzazione degli individui debbano essere composte.


Guardando ai dati raccolti da Demos per l'Osservatorio sul Nord Est del Gazzettino, sull'argomento sembra emergere una visione piuttosto netta.

Il 66% dei lavoratori intervistati, infatti, si dichiara molto (17%) o abbastanza (49%) appagato dell'equilibrio attuale, ma l'area del malcontento appare tutt'altro che trascurabile, interessando più di un rispondente su tre (34%).


Come si caratterizzano questi due orientamenti? A manifestare una soddisfazione superiore alla media sono gli uomini (68%) e i lavoratori con oltre 55 anni (82%), insieme a quanti sono in possesso di un livello di istruzione alto (73%). Dal punto di vista professionale, invece, osserviamo una presenza superiore alla media di impiegati (75%) e dipendenti del settore pubblico (73%); una certa soddisfazione, inoltre, è osservabile anche tra liberi professionisti (79%) e chi è impiegato con contratti atipici (78%), entrambi lavoratori che, almeno in teoria, dovrebbero poter disporre in maniera più autonoma del proprio tempo.


Al contrario, a mostrare i maggiori segni di insofferenza verso l'attuale equilibrio tra lavoro e famiglia sono soprattutto i lavoratori di età centrale (45-54 anni, 44%) e le donne (39%), insieme a coloro che hanno conseguito al massimo la licenza media (48%). Dal punto di vista professionale, poi, su questo versante appaiono più in difficoltà gli operai (47%) e i dipendenti che lavorano nel settore privato (37%), ma segnali di disagio sembrano provenire anche da imprenditori e lavoratori autonomi (48%). L'attuale equilibrio tra lavoro e vita privata, dunque, appare tutto sommato soddisfacente per la maggior parte dei lavoratori, autonomi e non. Ma se ai dipendenti venisse proposta la "settimana corta", la possibilità di lavorare un giorno in meno a parità di ore complessive e di stipendio, come reagirebbero? L'idea appare di sicuro fascino: il 91%, infatti, si dichiara complessivamente molto (64%) o abbastanza (27%) interessato a aderire a questa modalità di organizzazione dell'orario di lavoro, se venisse loro presentata.


Un'approvazione tanto ampia riunisce ovviamente le categorie più diverse. Così, dalla parte della settimana corta si schierano senza distinzioni giovani (82%) e adulti (92%), uomini (93%) e donne (89%), operai (88%) e impiegati (94%), quanti hanno un titolo di studio medio (90%) o alto (92%). D'altra parte, la settimana corta rientra tra le innovazioni organizzative che sono già in sperimentazione in diverse realtà nordestine, grandi e piccole. Avanguardie, per ora. Ma offrire un ambiente professionale che consideri l'uomo, insieme al lavoratore, sarà un fattore decisivo per la competitività e lo sviluppo futuro.


L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto tra il 12 e il 15 giugno 2023 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI, CAMI, CAWI da Demetra. Il campione, di 1003 persone (rifiuti/sostituzioni: 4464), è statisticamente rappresentativo della popolazione con 18 anni e più residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per provincia (distinguendo tra comuni capoluogo e non), sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3,09% con CAWI) ed è stato ponderato, oltre che per le variabili di campionamento, in base al titolo di studio.


I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100. I dati fino a febbraio 2019 fanno riferimento ad una popolazione di 15 anni e più.


Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli ha svolto la supervisione della rilevazione effettuata da Demetra.


L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it

 

Ultimo aggiornamento: 09:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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