Gli imprenditori con i soldi all'estero: «Mai saputo nulla, noi lavoriamo»

Venerdì 12 Aprile 2019 di Gabriele Pipia
Gli imprenditori con i soldi all'estero: «Mai saputo nulla, noi lavoriamo»
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PADOVA - Noti albergatori dell'area termale e prestigiosi calzaturieri della Riviera del Brenta. Titolari di ambiziose società immobiliari, artigiani e commercialisti. Gravitano tutti tra le province di Venezia, Padova e Treviso. Sono citati, senza essere indagati, nell'ordinanza firmata dal gip del Tribunale di Venezia David Calabria. Dal patron della Valigeria Roncato al re delle scarpe Renè Caovilla, passando per lo storico albergatore veneziano Odino Polo. I loro venti nomi compaiono nel capo d'imputazione dei broker svizzeri indagati, Bruno De Boccard e Filippo San Martino, accusati di «reiterata illecita raccolta e gestione di investimenti». A versare queste cifre quasi sempre milionarie, con l'obiettivo di portare i soldi all'estero, erano - secondo gli investigatori - imprenditori veneti dei settori più disparati. Va evidenziato in ogni caso che in questi atti non si fa riferimento ad evasioni fiscali perseguibili penalmente: tutti i movimenti finanziari sono prescritti oppure regolarizzati successivamente attraverso gli strumenti legislativi per il rientro dei capitali: scudo fiscale e voluntary disclosure. 
SCARPE E HOTEL L'elenco degli imprenditori identificati è ricco di volti noti. Partiamo da Renè Fernando Caovilla, eccellenza del distretto calzaturiero della Riviera del Brenta, in grado di esportare il proprio marchio in tutto il mondo. Caovilla, 81 anni, è citato nell'ordinanza per un vecchio investimento di 2,2 milioni di euro (somme poi rientrate con lo scudo fiscale nel 2009) attraverso la società panamense Serena Investors Sa. «A Panama non ho mai messo piede - risponde di getto dal suo ufficio di Fiesso d'Artico, nel Veneziano -. In ogni caso parliamo di soldi che sono stati scudati: non c'è assolutamente niente di irregolare». Caovilla parla con accanto una collaboratrice di fiducia. «Sono assolutamente tranquillo - spiega -. All'epoca c'erano dei professionisti che si occupavano dei nostri investimenti, questi non sono aspetti che seguivo io personalmente. Tra l'altro quei professionisti ora non lavorano neppure più per noi». Davanti al nome dei broker svizzeri, lo stilista giura di non averli mai incontrati: «Nemmeno mai sentiti nominare. Ripeto, c'era qualcun altro che seguiva gli aspetti finanziari per noi e se c'era qualche capitale illegittimo è stato messo in regola con lo scudo fiscale. Io non so nulla. Io sono impegnato - sorride - solo a produrre scarpe che sono opere d'arte».
Tra gli imprenditori citati troviamo anche il cognato di Caovilla, Odino Polo, storico albergatore veneziano noto per la gestione degli hotel Colombina, Commedia e Mori d'Oriente. Si fa riferimento ad un milione di euro investito tra il 2002 e il 2009 tramite un'altra società con sede a Panama, la Amaury Overseas. La somma è stata poi regolarizzata nel 2009 con lo scudo fiscale. 
FAMIGLIA Bisogna tornare al settore calzaturiero per parlare di Ignazio e Filippo Baldan, padre e figlio, alla guida della storica azienda Caravelle che ha appena inaugurato la nuova sede di Noventa Padovana. I Baldan compaiono nell'atto per un investimento che sarebbe stato affidato al broker De Boccard oltre dieci anni fa. Gli importi non sono precisati, ma l'ordinanza specifica che le somme sono state regolarizzate con lo scudo fiscale del 2009. Si sarebbero avvalsi delle società panamensi Bespin Investments Sa e Copeton Investments Corp. Si parla anche di un investimento ancora attuale di 250.000 dollari in Nicaragua. «Sono in riunione e non sappiamo quando si liberano» rispondeva ieri la segretaria. 
Molto difficile rintracciare anche Giovanni Roncato, presidente della celebre Valigeria Roncato Spa di Campodarsego (Padova), icona del made in Italy nel mondo. L'investimento citato nell'ordinanza, tracciato nel 2009, è il più alto di questa lista: 13,5 milioni di euro tramite la società panamense Alba Asset Inc. La figlia Alessandra scuote la testa: «Noi non conosciamo questi signori, conoscevamo invece l'ex presidente Galan. Quando scoppiò l'inchiesta sul Mose mio padre venne sentito dalla Finanza per capire in che rapporti fosse, ma non ci hanno mai indagati. Abbiamo avuto varie ispezioni anche dell'agenzia delle entrate. Non hanno mai trovato nulla». 
L'AREA TERMALE Dalle valigie agli alberghi. Giovanni Gottardo è il titolare dell'hotel Garden di Montegrotto e vicepresidente del nuovo ente Terme Colli Marketing. Il suo nome compare per un investimento tracciato negli anni 2002, 2007, 2009 e 2011 di mezzo milione di euro con la società svizzera Eigenrz Sa e con la società Fory 33, sempre tramite l'assistenza di un professionista. «Non ne so nulla e sono meravigliato. Anzi, vorrei io per primo capirne di più - spiega -. In quegli anni ho chiesto finanziamenti, non ho fatto investimenti». 
Allo stesso settore appartengono Mariarosa Bernardi (hotel Antoniano di Montegrotto) e il fratello Stefano (hotel Apollo sempre a Montegrotto). Sono citati per 3 milioni investiti con la panamense Previa Management Corp tra il 2002 e il 2009, soldi poi soggetti a scudo fiscale. «Abbiamo ereditato le attività da nostro padre che purtroppo è deceduto, di questi fatti non sapevano nulla e cado dalle nuvole - risponde la signora Bernardi -. Di investimenti fatti all'estero non so nulla e quei broker non li conosco». È padovano anche Vittorino Pamio, 83 anni, artigiano nel mondo dell'abbigliamento, citato per vecchi investimenti non quantificati a Panama: «Mai fatto personalmente investimenti all'estero» taglia corto al telefono.

SOCIETÀ IMMOBILIARI Nella lista troviamo poi Flavio e Mattia Campagnaro, attivi nell'area mestrina e padovana con alcune società immobiliari. Per il primo si parla di un investimento di cinque milioni di euro (tramite la società panamense Navee Trading Corp) tracciato tra il 2002 e il 2009 e soggetto a scudo fiscale nel 2009. Per il secondo l'importo non è precisato ma le società chiamate in causa sono due: la panamense East Investiments Land Corp e la rumena Agroland Food Srl. 
Completano l'elenco Mauro Mastrella, imprenditore trevigiano nel campo delle macchinette per sale giochi, citato per un investimento di 800 mila euro con una società svizzera (ha poi optato per lo scudo fiscale), il commercialista trevigiano Agostino Crisanti (importi non precisati investiti con una società svizzera e poi regolarizzati) e gli immobiliaristi Luca e Roberto Frasson (un milione e mezzo investito con una società panamense e poi regolarizzato, ma anche un investimento ancora attuale di 800 mila euro in Nicaragua). 
Un investimento da 1,2 milioni per l'imprenditore Sergio Marangon con una società panamense (anche questi sono soldi scudati), due investimenti per l'imprenditore agricolo Primo Luigi Faccia (250 mila euro regolarizzati con lo scudo fiscale e altri 250 mila attuali in Nigaragua). Somme non quantificate investite tramite società svizzere, infine, per gli imprenditori Giuseppe Vecchiato, Lino Barillari e Luca Barillari. 

 
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