TRENTO - Aveva utilizzato il termine “troie” dopo aver attaccato le consigliere provinciali di Trento Alessia Ambrosi e Katia Rossato, che hanno lasciato il partito guidato da Matteo Salvini per approdare in Fratelli d’Italia. Il consigliere leghista Alessandro Savoi aveva attaccato le due colleghe, aggiungendo in un post: «Nella vita, come nella politica, i leoni restano leoni, i cani restano cani e le troie restano troie».
Doppie dimissioni
Alla fine la Svp si smarca
Soddisfazione per le dimissioni sono state espresse, con un comunicato congiunto, da 25 consiglieri regionali di minoranza, che hanno chiesto fin dal principio un passo indietro e convincendo alla fine anche la Svp (in maggioranza con la Lega) a smarcarsi e prendere posizione. «Si conclude così un episodio, sgradevole sotto tutti i punti di vista, che aveva preso il via con le inqualificabili dichiarazioni di Savoi alle sue colleghe. Poco accettabile è stata anche la durata della difesa di Savoi da parte della coalizione di governo Svp-Lega Salvini», scrivono i firmatari, rilevando come una sua permanenza nell'ufficio di presidenza avrebbe significato che «nella nostra regione è permesso insultare le donne».
«Così tutelo il partito»
«Mi sono dimesso per tutelare il mio partito, perché credo non sia giusto che il mio caso venga strumentalizzato per mettere in difficoltà la Giunta regionale. Ho sbagliato e chiesto scusa, ora spero che il mio gesto possa riportare serenità in consiglio - ha dichiarato Savoi -. Non credo sia giusto che a scontare il mio errore sia il partito o la giunta regionale, quindi mi auguro che le mie dimissioni possano superare la situazione di stallo attuale».
La solidarietà bipartisan verso le due consigliere era scattata subito. La senatrice di FdI Isabella Rauti aveva definito «violente e gravissime le parole del presidente della Lega in Trentino verso due nostre consigliere alle quali va tutta la mia solidarietà e vicinanza non solo come esponente politica ma in quanto donna». E la senatrice del Pd Valeria Valente aveva chiesto un intervento dei vertici leghisti: «Un atteggiamento indegno. I vertici della Lega intervengano».
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