Frana di Cancia, spunta l'ipotesi
di lasciar scendere i detriti a valle

Martedì 11 Agosto 2015 di Alda VAnzan
Frana di Cancia, spunta l'ipotesi di lasciar scendere i detriti a valle
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BELLUNO - Far franare l’Antelao? Potrebbe sembrare un’assurdità, ma la Regione Veneto si è stufata di far trasportare (e pagare) migliaia di metri cubi di detriti all’anno. Quindi, tra le varie opzioni in campo, c’è anche quella di «far andare la frana a valle». Lo ha detto il governatore del Veneto Luca Zaia, deciso anche a fare chiarezza nella disputa tra vip e montanari di Borca di Cadore, visto che i proprietari delle ville dell’ex Villaggio Eni, contestando l’ipotesi degli abitanti e della stessa amministrazione di deviare il canalone dell’Antelao, avanzano sospetti e denunce.



«Bisogna capire qual è la soluzione migliore», ha detto ieri Zaia dopo l’incontro con il capo dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio, nelle zone della Riviear del Brenta colpite dal tornado.



«Le ipotesi per Cancia - ha spiegato - sono tre:

1) una vasca di contenimento;

2) la deviazione o il prolungamento del canalone;

3) far andare la frana a valle.

Daremo un incarico a grandi esperti e saranno loro a dirci quale è la soluzione migliore».



Ma la competenza non è della Provincia di Belluno? «Non possiamo aspettare ancora», ha detto il governatore. Dalla frana di Cancia sono passati infatti sei anni: nel 2009 una colata di acqua, detriti, fango, alberi uccise due persone. Da allora sono stati fatti alcuni lavori a monte, mentre la seconda fase dell’intervento - nella fascia centrale - è in questi giorni all’esame della Commissione Via. La terza fase è ancora ipotetica: si parla di deviare il canalone ma non è stato scelto il percorso. Una delle ipotesi è di far passare il canalone all’interno dell’ex Villaggio Eni, il che comporterebbe la demolizione di una dozzina di ville.

«Non possiamo pensare di essere più forti della natura - ha detto Zaia - ma si possono attutire gli effetti. Per questo servono risorse e rapidità». L’ipotesi di «far andare la frana a valle», Zaia l’ha così motivata: «Ogni anno raccogliamo e portiamo via 13-14mila metri cubi di detriti. Possiamo pensare di andare avanti così all’infinito a spostare detriti?».

Quanto all’Alemagna, Zaia ha detto che per metterla completamente in sicurezza ci vogliono 300 milioni di euro: «I 2 milioni avuti dallo Stato sono già stati spesi».



E a proposito della dichiarazione dello stato di emergenza, il capo del Dipartimento nazionale della Protezione civile, Fabrizio Curcio, ieri ha annunciato che è prossima la firma dell’ordinanza che estende i compiti di commissario della Riviera - incarico assegnato al dirigente regionale Alessandro De Sabata - anche al Cadore. Curcio ha anche detto di aver inviato una nota al sindaco di San Vito di Cadore chiedendogli misure urgenti per far fronte al cosiddetto rischio residuo. «Al sindaco - ha detto Curcio - chiediamo anche la rimodulazione del piano di emergenza».
Ultimo aggiornamento: 12 Agosto, 08:09

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