Pedemontana, dietrofront da Roma Il ministro Costa: «Opera legittima»

Sabato 1 Giugno 2019 di Angela Pederiva
Pedemontana, dietrofront da Roma Il ministro Costa: «Opera legittima»
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Collocata alle 8.30 del mattino, davanti alla commissione parlamentare Ecomafie, mercoledì scorso l'audizione del ministro Sergio Costa era passata inosservata ai più. Ma ieri il comunicato pubblicato sul sito del dicastero dell'Ambiente si è fatto parecchio notare, a cominciare dal titolo dell'intervento dell'ex militare, dedicato alla Superstrada Pedemontana Veneta: «Nessuna polemica, opera legittima e controlli nella norma». Parole lette come una vistosa retromarcia, rispetto all'offensiva lanciata in precedenza dall'indipendente di area M5s, a proposito dei rifiuti rinvenuti nel cantiere di Montecchio Maggiore.
I FATTI
Il 14 maggio, sulla propria pagina Facebook, il ministro Costa aveva postato il video della consigliera comunale pentastellata Sonia Perenzoni («Hanno murato una discarica»), sbottando a propria volta così: «Ora basta. Gli altri hanno sporcato e tocca a noi pulire. Ecco la situazione nella Pedemontana: è qualcosa di insostenibile. Questa mattina ho attivato i carabinieri del nucleo operativo ecologico. Nei prossimi giorni ci saranno aggiornamenti». In effetti una settimana dopo la Procura di Vicenza aveva aperto un'inchiesta, tanto che Finanza e Forestali avevano sequestrato una serie di carte negli uffici della società concessionaria, mentre la struttura di progetto aveva puntualizzato che i lavori non avevano causato ma casomai scoperto e bonificato lo stoccaggio. Piccata la reazione del governatore Luca Zaia: «Bastava un colpo di telefono e gli avremmo dato tutte le informazioni e la documentazione che gli servivano».
LA RICOSTRUZIONE
Il 29 maggio l'irritazione di Zaia è stata rilanciata in bicamerale dal senatore leghista Luca Briziarelli, il qualche ha chiesto conto a Costa delle sue dichiarazioni, «ritenendole così importanti da farle il giorno prima del voto». Ecco dunque la spiegazione del ministro, tuttora ascoltabile attraverso la web tv di Montecitorio: «Intanto, per una questione di correttezza mia, voglio dire che non era il giorno prima, era qualche giorno prima», ha premesso l'ex generale della Forestale, procedendo poi con la sua ricostruzione della vicenda. «Con molta franchezza: arriva al ministro una segnalazione di presunte irregolarità. Noti che io chiarisco: presunte irregolarità. Il ministero, che ha funzionalmente dipendente il Noe, che fa? Chiede: Noe, mi fai sapere che cosa sta accadendo, nei limiti del segreto istruttorio? Ma questo è già normato, è il default di base. Io non ho fatto altro che prendere quello che mi è stato segnalato, al di là di chi te lo segnala, che sia il cittadino singolo o l'associazione pincopalla (si trattava di un meet-up dei Cinquestelle, ndr.). Nel caso di specie era un video e io, senza sapere né leggere né scrivere, l'ho spostato al soggetto titolato per legge».
LE POLEMICHE
Il ministro Costa ha cercato di smorzare le inevitabili polemiche «col massimo garbo», affermando di condividere «con il presidente Zaia» un elemento cruciale: «Non è l'opera che determina rifiuti. Magari accade che la cattiva gestione dell'opera di quel singolo tratto potrebbe, io uso sempre il condizionale perché poi il controllo segue percorsi suoi che io non devo ovviamente sapere, potrebbe determinare una qualsiasi forma di reato, che siano i rifiuti o che sia altro. Ma non è l'opera, io non sto contestando l'opera, quando l'opera è legittimamente autorizzata secondo tutte le procedure di legge, basta». E ancora, parlando di sé: «Costa è d'accordo o no? Non rileva, l'opera va perché è legittimamente autorizzata. È condotta in parte o in toto male? Allora vediamo chi, perché e come, ammesso che sia vero». Come certificato dall'ordinanza pubblicata ieri sul Bur, lunedì sarà aperto il primo tratto vicentino della Spv, tra il casello Valdastico Interconnessione A31 (compresa) e il casello Breganze (escluso).
 
Ultimo aggiornamento: 20:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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