Case di riposo venete, pochi Oss, ne mancano 3.500. La Regione "recupera" i bocciati

Domenica 20 Agosto 2023 di Angela Pederiva
Case di riposo venete, pochi Oss, ne mancano 3.500. La Regione "recupera" i bocciati

VENEZIA - Nelle 351 case di riposo del Veneto, che contano un totale di 32.510 posti letto, mancano 3.500 oss, oltre a 2.000 infermieri. «L’attuale momento risente di una perdurante e gravissima carenza di Operatori Socio Sanitari che sta mettendo in difficoltà la tenuta del sistema socio-assistenziale», si legge nella delibera proposta dall’assessore Elena Donazzan (Formazione), di concerto con la collega Manuela Lanzarin (Sanità), con cui la Giunta regionale ha approvato una misura d’emergenza.

I corsisti bocciati, anziché dover ripetere l’intero ciclo di lezioni come accadeva finora, potranno partecipare a una sessione di recupero per rifare l’esame: in questo modo saranno accorciati almeno di un anno i tempi di reclutamento del personale.


NOTA
Tanto, infatti, durano in genere i percorsi formativi per gli aspiranti oss, compresi quelli che devono sostenere di nuovo le prove finali per ottenere la qualifica: 1.000 ore distribuite solitamente in 12-18 mesi. Un’attesa troppo lunga per le Rsa, alle prese con drammatiche scoperture di organico, com’è stato evidenziato nella nota inviata a Palazzo Balbi dall’Uripa, l’Unione regionale delle istituzioni e iniziative pubbliche e private di assistenza che a cui fa riferimento l’80% dei posti letto in Veneto, chiedendo «la possibilità di ripetere l’esame in luogo della ripetizione dell’intero percorso formativo, oggi prevista dalla disciplina regionale». La normativa prescrive infatti che, in caso di mancato superamento delle verifica, non vengano concessi i crediti formativi. La proposta ha ottenuto il parere favorevole della direzione Risorse umane del Servizio sanitario regionale, «in ragione della gravissima situazione nella quale versano gli organici delle strutture di assistenza socio sanitaria del territorio regionale».


CONTRIBUTO PUBBLICO
La nuova delibera introduce così, in aggiunta alla tornata d’esame ordinaria, tre turni di recupero all’anno (a febbraio, a giugno e a ottobre), gestite da altrettanti e diversi organismi di formazione accreditati. La domanda di partecipazione sarà ammessa purché siano trascorsi al massimo 24 mesi dalla bocciatura e il corsista potrà prendere parte alla prova di riparazione una sola volta. Per questa attività supplementare la Regione ha stanziato 25.000 euro: per ciascuna sessione è previsto un contributo pubblico di 1.000 euro fino a 10 iscritti e, al di sopra di questa soglia, di 500 euro ogni 5 partecipanti in più. È comunque prevista una quota di iscrizione di 100 euro da parte dei candidati, «al fine di assicurare la massima responsabilizzazione» dei futuri oss.


DOMANDA E OFFERTA
Una figura professionale che, nel corso del tempo, ha visto uno sbilanciamento tra le necessità e le disponibilità, tant’è vero che annualmente i corsi di formazione vengono ripetuti più volte per la mancanza di adesioni. Non a caso quest’estate Roberto Volpe, presidente di Uripa, ha rilanciato la necessità di una «migrazione guidata dai Paesi extra-europei» per scongiurare il collasso degli ospizi. Di recente le strutture associate ad Uneba, che in regione raccoglie oltre un centinaio di centri gestiti da 96 enti dell’area no-profit, in collaborazione con Veneto Lavoro hanno sostenuto i colloqui con 30 donne e uomini interessati (in quanto già provvisti di qualifica) a un contratto da operatori sociosanitari. «In questo periodo in cui è difficile per molte strutture sociosanitarie reperire operatori sociosanitari, IncontraLavoro Oss ha favorito l’incontro tra domanda e offerta», ha commentato l’organizzazione.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche
caricamento

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci