TRIESTE - Mandavano a rubare negli appartamenti i bambini e le donne in stato interessante: sarebbe stato più facile impietosire le forze dell'ordine in caso di fermo.
A capo dell'organizzazione c'erano tre croati, tra cui una donna, che sono stati arrestati a Bologna. I colpi venivano effettuati in varie città italiane, soprattutto nel Centro-Nord, muovendosi con camper e utilizzando i minori e le donne in stato di gravidanza.
La banda faceva base in Croazia, nella zona di Slavonski Brod, da dove si spostava per portare a compimento i furti. Circa ogni quindici giorni il camper faceva ritorno in Croazia, dove il denaro o la merce rubata venivano messi da parte. La Polizia ha individuato almeno dieci furti in abitazioni compiuti a Bologna, Trieste, Modena, Parma e Reggio Emilia. Sono stati recuperati beni per un valore di oltre 80mila euro e 22mila euro in contanti.
I tre rom facevano agire donne giovani, a volte minori, a volte incinta, anche al fine - ha spiegato in conferenza stampa il capo della Mobile della Questura di Trieste, Roberto Giacomelli - di impietosire le forze dell'ordine in caso di fermo.
La banda non risparmiava pressioni psicologiche, insulti e in alcuni casi violenze per tenere sotto controllo la rete. Le indagini della Questura di Trieste sono state avviate nello scorso agosto, quando la Polizia ha colto in flagrante i responsabili di un furto e, dopo il rilascio, ha avviato un'attività di pedinamento per scoprire l'eventuale regia criminosa.
La banda era formata dalla madre, Sara Goman (classe 1971) e dai figli Roki (1990) e Daniele Radulovic (1993), e si appoggiava a una cerchia di parenti e conoscenti di etnia rom per i furti.
L'arresto per i tre è scattato giovedì scorso a Bologna. Due ricettatori sono stati denunciati a Roma e Bologna.