FRIULI - Da una parte la riguadagnata libertà di non indossare la mascherina ma dall’altra i timori che salgono rispetto alla variante Delta che sta correndo per essere predominante su quella inglese. In mezzo una campagna vaccinale che - per essere ormai a luglio - va più a rilento di quanto si potesse immaginare solo qualche settimana fa. In regione sono due, in particolare, i punti deboli cui si guarda per alzare l’asticella: gli oltre 87 mila over 60 (soprattutto nella fascia 60-70) che sono ancora totalmente scoperti e i giovani e i giovanissimi che mostrano tassi di prenotazione ancora troppo bassi. Rispetto alla variante Delta dai dati della settimana scorsa emerge che su 17 campioni, 12 casi sono Delta e 4 Alpha. «Ma è una valutazione - ha spiegato il vicepresidente Riccardo Riccardi - peraltro figlia del contact tracing, perché i contagi sono pochi, e quindi è evidente che la variante Delta, andando a pescare casi di contact tracing di variante Delta, emerge.
IL NODO ADOLESCENTI
Sul fronte vaccini a oggi il 55% della popolazione ha ricevuto almeno la prima dose del siero, mentre il 30% ha fatto anche la seconda dose. La fascia di età più vaccinata è quella degli over 80 dove si supera il 90%. Si scende all’80% negli over 70 e al 73% tra gli over 60. Sotto i vent’anni l’adesione alla vaccinazione (per ora solo con prima dose) scende al 43%. Un dato che preoccupa: basta guardare anche i dati regionali dell’ultima settimana per vedere con tra i nuovi contagiati il tasso di giovani è piuttosto elevato. C’è poi l’altra questione legata ai teenager: nella fascia di età 12-16 anni le prenotazioni continuano a essere piuttosto ridotte. Un dato che preoccupa in vista della fine dell’estate e della ripartenza delle scuole. Solo uno su cento, tra 12-16 anni, ha fatto entrambe le dosi. Ricapitolando in Fvg ha completato il ciclo vaccinale l’87% della popolazione over 80, il 40% della fascia 70-79, il 37% dei 60-69, il 41% dei 50-59, 22% dei 40-49, 18% dei 30-39%, il 16% dei 20-29, 1,32% dei 12-19.
VICEPRESIDENTE
Risorse che ammontano a 21 milioni per recuperare le liste d’attesa, per contrastare le fughe dei pazienti fuori regione e per il personale impegnato nella campagna vaccinale e nelle operazioni di tracciamento e analisi delle varianti del virus: questi gli obiettivi dell’Amministrazione regionale messi sul tavolo, oggi a Palmanova, nell’incontro tra il vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi con i vertici di Cgil, Cisl e Uil. Nel prossimo assestamento di bilancio di luglio 16 milioni per la riorganizzazione della parte pubblica e per gli accreditamenti con il privato per procedere speditamente con il recupero delle attese e con il contrasto alla “concorrenza” di altre Regioni su determinate prestazioni «a bassa e media complessità». Altri 5 milioni a beneficio del personale impegnato nel piano straordinario sul Covid che comprende, oltre alla campagna vaccinale, anche le attività di sorveglianza, prevenzione e tracciamento dei Dipartimenti e il lavoro dei laboratori per il sequenziamento delle varianti. Per quel che riguarda il recupero delle attività diagnostiche e ambulatoriali il piano della Regione punta a raggiungere nel periodo giugno-dicembre un allineamento ai consuntivi pre-pandemia del 2019. Piano anche per frenare la fuga di pazienti (soprattutto del pordenonese) in Veneto. «Ciò avviene ha spiegato Riccardi - anche in virtù del fatto del maggior numero di accreditamenti con la sanità privata che le regioni a noi vicine hanno stipulato negli anni e attraverso i quali riescono a organizzare in maniera maggiormente competitiva le attività».