Ecco come il temporale partito dal Veneto è diventato un nubifragio

Mercoledì 18 Agosto 2021 di Cristina Antonutti
Distrutta la copertura del campo da tennis

PORDENONE - Azzanese e Sanvitese sono il nostro “tornado alley”? Il cosiddetto corridoio delle trombe d’aria? Il termine, inventato dai media americani, poco piace ai meteorologi, anche se a scorrere l’archivio del Gazzettino si scopre che nei mesi estivi, agosto in particolare, la zona è spesso colpita dal maltempo. Anche lo spilimberghese Marcellino Salvador, previsore dell’Osmer Fvg, resta perplesso quando gli si chiede se la Bassa può avere un potenziale maggiore per quanto riguarda lo sviluppo di eventi così potenti.

Il 1. agosto, in mezz’ora, una grandinata ha devastato tetti, auto, orti e coltivazioni. Lunedì sera, in meno di un’ora, si è scatenato un nuovo inferno di pioggia e vento che ha avuto come apice proprio Azzano, Chions, Fiume Veneto e San Vito.


Salvador, perchè il maltempo si è sfogato tra Azzano e San Vito?
«Perchè lì ha avuto la sua massima intensità. Sia il 1. che il 16 agosto venivamo da due fasi calde. Lunedì la temperatura era sui 32°. Attorno alle 20 era sui 27° con l’80% di umidità. La temperatura del mare era di oltre 28° e in pianura nel pomeriggio il vento di Scirocco pompava aria caldo-umida negli strati bassi che è stata l’energia del temporale. È un’energia che di solito sfocia in pioggia, grandinate e vento forte. Qui il vento proveniente dalle Alpi ha innescato i temporali già dal pomeriggio, con 80 millimetri di pioggia on un’ora ad Alesso e 75 in due ore, sui 100 totali, a Tramonti di Sotto».


Che cosa è successo alle 22?
«C’era un fronte sulle Alpi che richiamava correnti da Sud Ovest e che nel pomeriggio-sera ha dato luogo a diversi temporali nella fascia prealpina. Verso le 22 il fronte ha valicato le Alpi e raggiunto la pianura attivando l’instabilità. Tutto è cominciato, poco prima delle 22, con un forte temporale in Veneto che si è ingigantito diventando un sistema temporalesco organizzato. In uno spazio di tempo limitato ha portato piogge intense, qualche grandinata e vento forte che hanno avuto l’apice dell’intensità nella Bassa Pordenonese, spostandosi poi verso Gorizia andando gradualmente ad attenuarsi. Da noi si parla di “temporali del Garda”, a indicarne la provenienza, che di solito è tra l’alta pianura e la pedemontana veneta, poi entrano in Friuli».


Si può parlare di tromba d’aria?
«Il temporale era esteso, ha interessato mezzo provincia di Pordenone. È probabile che all’interno ci fossero trombe d’aria o tornado, ma a quell’ora è impossibile vederli. Bisognerebbe seguire la scia dei danni, se vi è una strisciata netta, si può parlare di tromba d’aria».


Quali sono i dati raccolti dall’Osmer?
«La stazione meteo di San Vito, che si trova vicino a Torrate, ha registrato raffiche di vento a 103 Km. all’ora e quella di Pordenone ai 83 Km., ma è possibile che localmente siano state anche più forti. Il massimo, con 120 Km., l’abbiamo avuto a Gorgo di Latisana e Lignano. Mediamente la pioggia non è stata elevata, ma tra le 22 e le 23, quando la Destra Tagliamento è stata attraversata dal sistema, nel triangolo Azzano-Pordenone-Ponte della Delizia sono scesi 50 millimetri d’acqua. Mentre nell’Udinese sono stati 25 - con un picco di 47 a Grions di Sedegliano - e nell’Isontino 15».


L’allerta della Protezione civile era gialla. Era adeguata?
«Sì, l’allerta rossa riguarda possibili esondazioni dei fiumi. Qui c’erano le condizioni per qualche temporale forte, poi non possiamo sapere dove si verifica con simili intensità. Dopo un’ondata di caldo così forte, era doveroso lanciare un’allerta. Poteva anche non succedere nulla, ma avevamo un sistema surriscaldato, con un’energia immagazzinata in parte dai mari e nell’atmosfera: è il carburante dei temporali»

Ultimo aggiornamento: 17:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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