Maltempo, devastati il parco del Sile e l'Oasi Cervara: «E' stata la nostra tempesta Vaia»

Mercoledì 18 Agosto 2021 di Mauro Favaro
Uno degli alberi sradicati dalla bufera di lunedì sera all'interno dell'Oasi Cervara a Santa Cristina
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QUINTO DI TREVISO  - Centinaia di alberi sradicati e danneggiati in tutto il parco del Sile. Dalla Porta dell’Acqua di Vedelago fino alla Restera di Treviso, per poi continuare verso Casier e Casale. Con epicentro nell’Oasi Cervara di Santa Cristina. «È stata la nostra piccola Vaia. Con le dovute proporzioni rispetto al disastro che ha colpito la montagna, noi in più di vent’anni non avevamo mai subito danni del genere a causa del maltempo – spiega il direttore Erminio Ramponi – è una brutta batosta.

Ma stiamo già lavorando per rialzarci». 


LA DEVASTAZIONE

L’Oasi è stata squassata dalla bufera esplosa nella tarda serata di lunedì. Le violente raffiche di vento hanno letteralmente sollevato una decina di grossi alberi, tra salici e pioppi, facendoli poi ricadere a terra. E questi, a causa delle radici poco profonde, cosa tipica nelle zone d’acqua come quella bagnata dal Sile, si sono portati dietro interi pezzi dei sentieri naturalistici. Due salici, in particolare, sono caduti sull’arena che ospita il volo dei gufi. Fortunatamente a quell’ora non c’era nessuno. Nemmeno gli animali si sono fatti male. Ieri i gufi non hanno mangiato a causa dello spavento. Ma le voliere, comprese quelle delle cicogne, hanno retto. La sistemazione è già partita. Nelle ultime ore all’interno dell’Oasi si sono costituiti tre gruppi di lavoro: quello della cooperativa Alcedo della stessa Cervara, quello della cooperativa che cura il verde e quello costituito dalla protezione civile messa a disposizione dal Comune di Quinto. «Ringraziamo tutti per il rapido intervento – sottolinea Ramponi – stiamo facendo tutto il possibile per riaprire almeno due terzi dei percorsi entro venerdì». 


I SOPRALLUOGHI

L’intero parco del Sile è stato colpito dalla violenza del vento. Molti alberi sono stati spezzati. Stesso discorso nella zona un po’ più a nord, tra Paese e Ponzano. «L’effetto è stato tipo Vaia – dice Francesco Pietrobon, vicesindaco di Paese – qui non avevamo mai visto una cosa del genere». Alle sorgenti del Sile, alcuni rami sono precipitati sulle bacheche della Porta dell’Acqua appena rimesse a nuovi dai ragazzi del progetto “Ci sto? Affare fatica”. Un albero è caduto davanti all’ingresso del Gran bosco dei fontanassi. Sono in corso delle valutazioni anche su uno dei simboli del Parco: la Grande quercia, dove non mancano rami pericolanti. A Quinto il Comune è stato costretto a chiudere due tratti dei percorsi GiraSile. A Morgano la protezione civile è intervenuta per liberare via Ostiglia, la strada che interseca il percorso ciclopedonale della Treviso-Ostiglia. Qui un pioppeto è stato di fatto raso al suolo.

 
GLI INTERVENTI

«Non abbiamo abbastanza personale per sistemare rapidamente le diverse aree del Parco del Sile danneggiate dal maltempo – spiega Cristina Andretta, vicepresidente dell’ente e sindaco di Vedelago – dovremo ricorrere a ditte esterne. Ma il problema è generalizzato. Anche a Vedelago dovremo richiedere l’intervento di alcune aziende esterne. Gli eventi atmosferici sono sempre più forti. E di conseguenza la manutenzione diventa il costo principale». In queste ore il direttivo del Parco, guidato da Arturo Pizzolon, sta facendo il punto della situazione per correre ai ripari. «Negli anni ci sono stati tanti temporali intensi. In quelle occasioni però nell’Oasi Cervara potevano cadere uno o due alberi. Adesso, invece, ci si ritrova con decine di alberi sradicati e rami spezzati in un colpo solo – conclude Ramponi – la palude per alcuni versi si cura da sola. Ma tutto questo sta a significare che gli eventi atmosferici sono diventati molto più forti. Ormai in alcuni casi addirittura estremi». 

Ultimo aggiornamento: 17:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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