«Qui gioca soltanto il Treviso»: il sindaco Conte nega la stadio al Pordenone

Venerdì 5 Aprile 2019 di Dario Perosa
foto repertorio
PORDENONE - Ramarri a Treviso? Se ne sta parlando parecchio in questi giorni. Ieri è uscito allo scoperto anche Mario Conte, sindaco del capoluogo veneto, che ha ammesso l'esistenza di incontri con Mauro Lovisa e al contempo ha cercato di fare chiarezza sul loro contenuto. «Come primo cittadino - ha spiegato Conte - ho avviato un progetto per rilanciare il calcio nella mia città. Sono affiancato da una squadra di imprenditori animati non solo dalla passione. Qualcuno di questi è disposto anche sostenere il progetto mettendo i soldi per rilanciare il Treviso Calcio. Con lo scopo di dare un seguito alle intenzioni ci stiamo guardando intorno per esaminare quelle realtà virtuose che hanno dimostrato di saper fare calcio in modo nuovo, per cercare di importare a Treviso i loro sistemi. Tra queste non poteva mancare il Pordenone che sta ottenendo risultati straordinari. La società di Mauro Lovisa è sicuramente un modello da imitare, non solo per quello che sta facendo a livello di prima squadra, ma anche e soprattutto per come ha saputo costruire e come sa gestire un settore giovanile diventato un'eccellenza a livello nazionale».

Conte ha ribadito che proprio sotto tale prospettiva è stato contattato Mauro Lovisa. «Sì - ha ammesso il primo cittadino - con il presidente Lovisa abbiamo avuto una serie di incontri amichevoli e confidenziali. Da qui si è voluto far derivare tutta una serie di ipotesi che vanno dal semplice utilizzo in affitto del Tenni per disputare la serie B a una fusione fra le due società, o addirittura all'acquisizione da parte del Treviso dei diritti sportivi del Pordenone. Tutte cose che non sono nemmeno semplici da realizzare. Ci sono delle regole federali da rispettare. Se è difficile trasferire una società da un comune a un altro, figuriamoci da una regione a un'altra. Si è trattato solo di incontri informali. Lasciamo che il Pordenone si concentri sul suo campionato e lo completi nel migliore dei modi. Noi continueremo nel nostro progetto che prevede la formazione di un consorzio con più di quaranta aziende pronte ad affiancare una società che rilanci il calcio locale. In quale campionato? Lo sapremo fra un mese. Una cosa però è certa - conclude il sindaco - al Tenni giocherà il Treviso Calcio». 

LE REAZIONI Il chiarimento di Conte non riporta serenità in quella parte di popolo neroverde che teme di perdere l'oggetto della sua passione proprio in prossimità dell'approdo in serie B per la prima volta nella centenaria storia del ramarro. La volontà di Conte di rilanciare il calcio a Treviso inevitabilmente porta poi al confronto con la situazione a Pordenone. Trascinato dalla sua passione, spendendo parecchio di suo, Mauro Lovisa ha spinto il ramarro sino alle soglie del calcio dei grandi. Lo ha fatto in un ambiente che evidentemente non era pronto per tale impetuosa crescita. Non c'è uno stadio da serie B e non c'è stata soprattutto la volontà dell'imprenditoria locale di affiancarlo nella gestione della società. I risultati deludenti (almeno per ora) del crowdfunding sono sotto gli occhi di tutti. Nei prossimi 30 giorni il popolo neroverde avrà l'occasione di vedere se il pericolo di perdere il ramarro risveglierà la coscienza di chi ha fatto i soldi operando sul territorio della Destra Tagliamento e soprattutto quanto viva è ancora la passione di Lovisa per un ramarro tutto pordenonese. Nel frattempo, dopo oltre un mese di assenza, Stefani ha ricominciato ad allenarsi con il gruppo. Ai box rimane solo Gavazzi.
 
Ultimo aggiornamento: 12:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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