Le scuole divorano gas e corrente, solo il 20% è moderno e con il fotovoltaico: la situazione in Friuli

Mercoledì 21 Settembre 2022 di M.A.
Una classe scolastica

Solo chi ha pensato utilizzando i criteri del futuro ora riesce a uscire dalla “melma”. E in regione purtroppo non sono in tanti ad averlo fatto. Un concetto, questo, vero soprattutto se ci si riferisce all’edilizia scolastica, notoriamente figlia di altri tempi e altri anni su tutto il territorio regionale. 
Bastano pochi dati, ricavabili sia dagli studi in possesso degli Enti di decentramento regionale che dalle proiezioni dell’Ufficio scolastico regionale: le scuole del Friuli Venezia Giulia sono tra gli edifici più “energivori” di tutti.

E questo perché solo adesso, nella maggior parte dei casi, si sta pensando realmente all’autosufficienza energetica. 


I CONTI


Un esempio? Le scuole superiori, che per competenza sono in gestione agli Enti di decentramento regionale, i quali amministrativamente hanno soppiantato le vecchie Province. Per mantenere un vecchio liceo, con una presenza giornaliera che oscilla tra le 500 e le mille persone (tra allievi e personale docente e non), oggi si rischia di dover spendere quasi 400mila euro l’anno solamente per garantire il riscaldamento, l’acqua calda e la corrente elettrica. 
Costi che fino a pochi mesi fa non arrivavano in molti casi nemmeno a sfiorare i 200mila euro. Un raddoppio bello e buono, che non può essere tamponato solamente abbassando di uno o due gradi il riscaldamento nei mesi invernali. 


LA MAPPA


La situazione non è la stessa in tutto il Friuli Venezia Giulia. C’è chi sta meglio e chi sta peggio. In provincia di Udine, ad esempio, già anni fa si era scelto di investire sui pannelli fotovoltaici nelle scuole. È di otto anni fa, ad esempio, il maxi progetto per portare il fotovoltaico in otto istituti del Cividalese. Si chiamava “Il sole a scuola”. 
Si è dimostrato lungimirante. In provincia di Gorizia erano stati 23, a inizio 2021, gli istituti inseriti in un bando per il risparmio energetico. In provincia di Pordenone si è agito a macchia di leopardo, mettendo mano alle scuole che dovevano già finire sotto i ferri per altri motivi. Nel capoluogo spicca un piano da quasi tre milioni per l’efficienza energetica degli stabili pubblici. Ma resta il fatto che in regione solo il 20 per cento delle scuole possa oggi ambire all’autosufficienza energetica. 


I RISULTATI


Ovviamente i progetti per i nuovi istituti scolastici comprendono praticamente tutti interventi di natura energetica e sostenibile. Ma è il patrimonio più datato ad andare immediatamente in sofferenza in corrispondenza di ogni choc che arriva dal mercato. Esempi? I grandi licei storici della regione, ospitati da edifici ormai troppo vecchi per diventare davvero “green” e sostenibili dal punto di vista energetico. Di esempi è pieno, e si tratta anche delle strutture che oggi devono sostenere i costi maggiori, a sfiorare il mezzo milione di euro sui 12 mesi. 

Ultimo aggiornamento: 16:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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