Medici in sciopero: ospedali in tilt. Saltano interventi e visite prenotate

Sabato 24 Novembre 2018 di Alessandra Betto
Medici in sciopero: ospedali in tilt. Saltano interventi e visite prenotate
1
PORDENONE - Sale operatorie e ambulatori quasi completamente deserti. È stata un’adesione massiccia quella che si è registrata ieri per lo sciopero dei medici ospedalieri del Friuli occidentale: «Fatte salve le urgenze, garantite per legge – precisa il segretario regionale Anaao Assomed, Valtiero Fregonese – a Pordenone sono state bloccate il 95% delle attività nelle sale operatorie e l’80-85% di quelle ambulatoriali. Un bel risultato». All’azione di protesta hanno aderito tutte le sigle sindacali a dimostrazione di quanto il malessere sia diffuso nel comparto (Aaroi-Emac, Anaao, Cimo, Fp Cgil, Fvm Federazione veterinari e medici, Fassid, Cisl Medici, Fesmed, Anpo Ascoti, Fials Medici, Coordinamento nazionale delle aree contrattuali medica veterinaria sanitaria Uil Fpl). Sono quasi tutti saltati quindi le visite, gli esami e gli interventi chirurgici. Pordenone, con Azienda per i servizi sanitari 5 “Friuli Occidentale” e Cro  di Aviano, è infatti perfettamente in linea con il quadro regionale che si attesta sul 90% di stop. «In alcuni territori purtroppo – precisa Fregonese – le aziende non hanno voluto comunicare l’elenco dei medici in servizio comandato e, in qualche caso, hanno presentato un elenco troppo fitto rispetto a quanto prevede la normativa. Aumentare il numero delle presenze minime comporta che l’incidenza delle assenze si riduce drasticamente. Segnalerò questa situazione in modo ufficiale. Ma non è con la percentuale di adesione che si misura il successo di uno sciopero, quanto piuttosto con la percentuale di blocco delle attività. E noi abbiamo centrato l’obiettivo». Ridimensiona parzialmente il dato Giuseppe Sclippa, direttore sanitario della Aas5: «A Pordenone, San Vito e Spilimbergo abbiamo registrato alcuni disagi sull’attività programmata che l’Azienda sanitaria recupererà in tempi brevi: nel giro di qualche giorno verranno reinseriti in lista ed eseguiti. A Pordenone hanno lavorato 3 sale operatorie su 10 anche per gli interventi d’emergenza. Chiaramente, sono stati garantiti le urgenze, gli interventi oncologici e quelli che, come per esempio l’interruzione di gravidanza, non possono essere procrastinati. Per quanto riguarda le visite ambulatoriali, non abbiamo ricevuto segnalazioni di protesta».
Tanti i motivi alla base del disagio che ha spinto medici e veterinari a incrociare le braccia: in primis la richiesta di maggiori fondi per la Sanità pubblica e il rinnovo del contratto di lavoro fermo da 10 anni. Ma non solo, come precisa Guido Lucchini, presidente dell’Ordine del Medici della provincia di Pordenone: «Lo sciopero dei medici ospedalieri, 135 mila in Italia e circa 600 in provincia, è dovuto soprattutto al mancato rinnovo del contratto, ma anche al blocco delle nuove assunzioni, all’esiguità del finanziamento previsto per il Fondo sanitario nazionale 2019 in relazione alla garanzia dei livelli essenziali di assistenza e agli investimenti nel patrimonio edilizio sanitario e tecnologico. Siamo per la tutela della qualità del lavoro, perché una buona qualità del lavoro, che non prescinde da turni di lavoro equilibrati, stabilizzazioni degli organici e da una buona organizzazione, si traduce in un migliore servizio per i cittadini. Va poi garantito il ricambio dei medici dirigenti che andranno in pensione. Ci sono troppi posti vacanti che vanno coperti soprattutto in vista dell’avvicinamento del turn over». 
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci