San Vito. Chiude il punto nascita e la primaria finisce nella gogna dei social: minacce e insulti

Martedì 21 Novembre 2023 di Loris Del Frate
L'ospedale di San Vito

SAN VITO (PORDENONE) - Un caso tecnico con una serie di pesanti rimbalzi politici, come la sospensione (tanto vale chiamarla con il nome esatto, ossia chiusura) del punto nascita di San Vito alo Tagliamento, che diventa, invece, un incredibile caso personale, con tanto di striscia lunga di implicazioni etiche.

Al punto di costringere la direzione dell’Asfo, nel dettaglio il direttore generale Giuseppe Tonutti, a scendere in campo per cercare di arginare una questione che sta prendendo una brutta piega. Non stiamo parlando, certo, della legittima battaglia di chi vuole cercare di tenere aperto il punto nascita, ma di un sistema che deve essere bloccato subito, prima che dai leoni di tastiera, possa passare a qualche cosa di più concreto e intollerabile.


GLI INSULTI


Già, perchè la vicenda, come detto, sta sconfinando nel personale e il capro espiatorio di una vicenda che dovrebbe avere ben altri indirizzi di riferimento (politici d’intende) , rischia di essere la primaria dell’Ostetricia - Ginecologia dell’ospedale di San Vito al Tagliamento, Roberta Pinzano. Proprio lei, ossia il medico che, in piena scienza e coscienza e dopo essersi consultata con i collaboratori che restavano in squadra, ha segnalato che non c’erano più i presupposti per mantenere aperto il punto nascita sanvitese. Troppi gettonisti avulsi dal clima interno, magari pure bravi professionalmente, ma lontani dall’empatia e dal calore che deve nascere nel rapporto tra medico e neo mamma che si crea giorno dopo giorno, visita dopo visita fino al parto, in un rapporto costante e stretto. Il gettonista arriva, fa il suo lavoro, poi se ne va a casa, senza rispondere a nessuno. Senza quel clima, senza quel rapporto costante, senza la testa ben piantata nel reparto, e senza quel gioco di squadra, tutto diventa più complicato, al punto che la primaria ha scritto che tenere aperto il punto nascita avrebbe potuto causare rischi (anche fatali ha aggiunto il direttore generale sul decreto di sospensione) per mamma e nascituro. Ebbene, come detto, tutta la colpa della chiusura è stata indirizzata sulle spalle della primaria Roberta Ponzano. A quel punto si sono scatenati gli insulti nei suoi confronti sui social, dalla brutte parole alle malignità professionali e via dicendo, sino a colpirla sulla libera professione. Un crescendo che ha indotto il direttore dell’Asfo a scendere in campo.


LA DIFESA


«In questi ultimi giorni sono state riportate sulla stampa e sui social circostanze strumentali e false da parte di sindacalisti o ex direttori generali di quest’Azienda, che attribuiscono alla direttrice della struttura di Ostetricia e Ginecologia di San Vito al Tagliamento e alla dirigenza di aver determinato l’abbandono di diversi medici del reparto. È evidente che non si vogliono comprendere le reali motivazioni che hanno portato alla sospensione dell’attività del punto nascita, già ben chiarite nel corso della conferenza stampa di giovedì scorso e riprese nel decreto adottato nella stessa data da questa direzione. La direzione di Asfo - scrive Tonutti - ha invece, apprezzato l’onestà intellettuale e lo spessore etico proprio di coloro che in questi giorni sono additati come colpevoli, cioè la dottoressa Roberta Pinzano e i propri collaboratori, capaci di anteporre la sicurezza delle madri e dei nascituri ai propri interessi privati. Non serve a nulla cercare colpevoli, alibi, nemici, responsabili di un qualcosa che è ineluttabile e si sapeva da diverso tempo che sarebbe successo, visto il progressivo e drammatico calo di nascite che sta colpendo la nazione e la nostra regione. Oggi viviamo soltanto il momento della protesta faziosa messa in atto da coloro che sanno bene che si è attuata la scelta più giusta». Punto e a capo.


L’INTERESSATA


«Continuo ad essere insultata sui social e additata come la colpevole della chiusura del punto nascita di San Vito - spiega la specialista Roberta Pinzano - e la vicenda si è trasferita sul lato personale. Questo mi dispiace molto, perchè non è assolutamente così. Nei prossimo giorni, insieme ai miei collaboratori, con i quali abbiamo affrontato mille volte il problema, cercando tutte le alternative possibili, proveremo a spiegare ancora meglio il perchè di questa situazione e come mai si è venuta a creare, cercando di far capire che andando avanti con quella soluzione, c’erano effettivamente grossi rischi che un medico non può assolutamente ignorare».


LE RESPONSABILITÀ


Una cosa è certa: nessuno del reparto di Ostetricia e Ginecologia ha esultato per la chiusura del punto nascita. Anzi. E un medico che ha il coraggio di dire le cose come stanno è da apprezzare, non da insultare. Le responsabilità, casomai, vanno cercate altrove a cominciare dalla politica che non ha fatto nulla negli anni per cercare di risolvere un problema che sicuramente conosceva bene. Ora resta da capire se lo stesso criterio usato per San Vito verrà utilizzato in tutte le altre strutture. Altrimenti sarà evidente che c’e la volontà di colpire la sanità del Friuli Occidentale.

Ultimo aggiornamento: 22 Novembre, 11:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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