Dipendenti regionali e web, dopo le sanzioni disciplinari arriva il galateo per i "leoni da tastiera"

Lunedì 5 Dicembre 2022 di Maurizio Bait
Al lavoro in ufficio

Non è permesso l’uso di telefonini, tablet o computer regionali per attività di navigazione sul web a carattere privato.

E quando, con mezzi propri e fuori orario di servizio, si frequentano i social media, occorre prestare la massima attenzione a una serie rigorosa di norme, all’esclusivo scopo di tutelare in ogni occasione l’immagine della pubblica istituzione della quale si è parte.

UN OBBLIGO

È lo spirito che ha animato la Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia, su proposta del presidente Massimiliano Fedriga, nel procedere a un’integrazione del proprio codice di comportamenti dei dipendenti. Non è una spinta rigorista di natura endogena, provocata cioè da una volontà politica interna all’Amministrazione, bensì un atto prescritto dalla legge nazionale: infatti è stato recentemente modificato l’articolo 54 del decreto legislativo 165 del 2001, mediante l’introduzione di un nuovo comma: tale norma dispone che i codici di comportamento dei dipendenti delle Pubbliche amministrazioni debbano essere integrati entro il 31 dicembre di quest’anno “con delle disposizioni dedicate al corretto utilizzo delle tecnologie informatiche e dei mezzi di informazione e social media, anche al fine di tutelare l’immagine della Pubblica amministrazione”.

DISCIPLINA

Ma è indubbio che una disciplina meglio definita a tale riguardo sia urgente, considerato fra l’altro che l’esperienza maturata in questi anni dall’Ufficio procedimenti disciplinari della Regione ha segnalato alla Direzione generale «l’elevato numero di procedimenti riguardanti l’improprio utilizzo dei social media». Ma cosa sta scritto, adesso, nella nuova versione del codice comportamentale dei dipendenti? Innanzitutto, quale criterio di ordine generale, “il dipendente utilizza il materiale o le attrezzature di cui dispone per ragioni di ufficio e i servizi telematici e telefonici dell’ufficio esclusivamente per esigenze di servizio, nel rispetto dei vincoli posti dall’Amministrazione e delle disposizioni vigenti”. In parallelo, chi lavora in Regione “utilizza i mezzi di trasporto dell’Amministrazione a sua disposizione soltanto per lo svolgimento dei compiti d’ufficio”, sempre “astenendosi dal trasportare terzi se non per motivi d’ufficio”. E se il dipendente ha ricevuto in assegnazione un telefonino per ragioni di servizio, deve provvedere a “tenerlo acceso durante tutto il periodo della presenza in servizio e a rispondere alle chiamate, salvo il caso di effettiva impossibilità”.

FUORI ORARIO

E fuori dall’orario di lavoro? «Nei rapporti privati, comprese le relazioni extra-lavorative con pubblici ufficiali nell’esercizio delle loro funzioni, il dipendente non sfrutta né menziona la posizione che ricopre nell’Amministrazione per ottenere utilità che non gli spettino – prescrive il codice - e non assume alcun altro comportamento che possa nuocere all’immagine dell’Amministrazione». Inoltre “nei rapporti privati e nell’utilizzo dei mezzi d’informazione e dei social media” il dipendente della Regione Fvg “si astiene da dichiarazioni offensive e non assume comportamenti che possano nuocere all’immagine, al decoro e alla dignità della Regione e del personale regionale, ovvero che siano idonei ad ingenerare nella pubblica opinione la convinzione della scarsa produttività del dipendente pubblico”.

NON SI PARLA

Non solo: “Il dipendente, salvo il caso in cui sia espressamente incaricato per ragioni di servizio, evita di rendere dichiarazioni pubbliche concernenti la propria attività di servizio e informa tempestivamente il responsabile dell’ufficio di appartenenza di richieste di informazioni da parte di terzi”. Quanto a mezzi d’informazione e social media nello specifico, “i rapporti relativamente alle attività istituzionali della Regione sono tenuti esclusivamente dai soggetti a tal fine espressamente incaricati”. In ogni caso, in base al codice di comportamento “è fatto divieto al dipendente di pubblicare, con qualsiasi mezzo, immagini ritraenti colleghi, collaboratori o utenti salvo il caso in cui sia stato esplicitamente e preventivamente autorizzato per iscritto da ciascun interessato, ovvero di diffondere foto, video e audio che possano ledere l’immagine della Regione o che siano idonee ad arrecare pregiudizio all’onorabilità, alla riservatezza o alla dignità delle persone e degli organi dell’ente, ovvero che possano suscitare riprovazione o strumentalizzazione”. L’elenco dei divieti non è affatto breve, Fra questi, figura anche quello di pubblicare immagini dei locali in cui svolge l’attività lavorativa.

RISPETTO

Quando frequenta i social, il dipendente “si astiene dall’utilizzo di parole o simboli idonei ad istigare l’odio o la discriminazione”. Nessuno impedisce l’esercizio della libera manifestazione del pensiero, peraltro tutelato con vigore dall’articolo 21 della Costituzione repubblicana. Quindi il codice annota che “fatto salvo il diritto di esprimere il diritto di critica politica e sindacale, nei limiti di continenza formale e sostanziale, il dipendente nella partecipazione a discussioni su chat, blog e analoghi strumenti mantiene un contegno equilibrato e rispettoso, evitando qualsivoglia esternazione idonea ad arrecare pregiudizio all’immagine della Regione”. Insomma attenzione: social sì, fin che si vuole, ma a condizione che si agisca nel tempo libero, con strumenti informatici propri e misurando le parole.

Ultimo aggiornamento: 20:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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