Tamponi, agende già piene sino a dicembre: posti di lavoro a rischio

Sabato 2 Ottobre 2021 di Davide Lisetto
Farmacie prese d'assalto per l'effettuazione dei tamponi: difficile poter soddisfare molte richieste in tempi brevi

PORDENONE - Il numero di lavoratori che si vaccineranno da qui al 15 ottobre è destinato a crescere.

Ma ad aumentare molto di più sono le prenotazioni dei tamponi che - da metà ottobre come prevede il decreto sulle sospensioni senza stipendio - saranno l’unica alternativa per i non vaccinati per ottenere il Green pass e poter quindi continuare a lavorare. Già da giorni le farmacie e i centri sanitari privati sono assediati dalle richieste di prenotazione dei tamponi. Non solo in funzione della data “spartiacque” del 15 ottobre, ma anche per le settimane e i mesi successivi. In media nelle trenta farmacie del Friuli occidentale (sulle cento complessive sono quelle che hanno sottoscritto l’accordo nazionale) sono un centinaio le telefonate quotidiane per prenotare tamponi. Tanto che le farmacie hanno dovuto aprire linee telefoniche ad hoc e assumere addetti per la parte “burocratica” e infermieri per effettuare i test rapidi.


SUPER-RICHIESTE
«Siamo presi d’assalto - conferma il presidente di Federfarma Pordenone, Francesco Innocente - dalle telefonate e dalle richieste. Per alcune giornate, come i lunedì e i mercoledì, le agende sono ormai piene quasi fino a fine dicembre. Su altre giornate se una richiesta arriva, per esempio, oggi - aggiunge il rappresentante dei farmacisti che parla di una situazione diffusa su tutte le farmacie - la prima data utile è il 22 ottobre». Una situazione che, si stima, vede una domanda che è almeno il doppio rispetto alla capacità di risposta. Il vero problema - al di là della richiesta del sindacato alle imprese di pagare i tamponi - è proprio quello dell’enorme richiesta di effettuare i test che sta emergendo e che emergerà sempre di più nei prossimi quindici giorni. Ipotizzando che circa un 20 per cento della popolazione lavorativa, il 15 ottobre, non sarà ancora in possesso del Green pass vi è il rischio concreto che molti non possano lavorare. Se si aggiunge che il tampone antigenico rapido (costo 15 euro) va fatto ogni 48 ore al fine del passaporto verde è pensabile che moltissimi lavoratori non riusciranno a effettuare il tampone in tempo prima dell’entrata in vigore dell’obbligo del pass. Il tampone molecolare avrebbe una validità di 72 ore, ma può essere fatto solo al Dipartimento di Prevenzione e su prescrizione medica, cioé per quei lavoratori che non possono fare il vaccino poiché affetti da patologie.


LO SCENARIO
Uno scenario che apre dunque a molte preoccupazioni, nel mondo delle imprese e del sindacato, su quelli che potranno essere i veri numeri delle “assenze” dopo il 15 ottobre. Chi non riuscirà a effettuare il tampone rapido ogni 48 ore non potrà avere il Green pass valido e non potrà dunque lavorare. Con le possibili ripercussioni su aziende e uffici. La situazione è stata ieri al centro di un incontro tra Confindustria Alto Adriatico Cgil, Cisl e Uil provinciali. A fonte del decreto nazionale sull’obbligo del certificato verde e delle sospensioni (non disciplinari) senza stipendio aziende e sindacati si sono impegnati per un monitoraggio da qui a metà mese per capire quale potrà essere la reale situazione in ogni fabbrica. Una sorta di “censimento” che consentirà di avere sotto controllo il fenomeno e di trovare le possibili soluzioni per gestire - anche attraverso il sistema dei comitati aziendali anti-Covid e degli organismi paritetici territoriali istituiti nell’emergenza - eventuali situazioni di difficoltà nelle aziende e nei reparti produttivi. Così come del resto si è fatto - è emerso durante l’incontro - nelle settimane scorse rispetto all’obbligo del pass introdotto già ad agosto per le mense aziendali.

Ultimo aggiornamento: 16:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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