In pensione secondo i calcoli del ministero della Giustizia, ancora al lavoro secondo i conteggi dell’Inps. È l’incredibile storia di Giannina Carboni, 70 anni, impiegata amministrativa della Procura della Repubblica di Pordenone che il 31 marzo scorso ha salutato colleghi, magistrati e polizia giudiziaria con brindisi e buffet.
LE DATE
Giannina Carboni, sarda di Villasimius trapiantata in Friuli, tra Udine e San Giorgio della Richinvelda, sapeva che il 31 marzo 2022 sarebbe andata in pensione. Gliel’aveva comunicato il 4 agosto 2016 il ministero. E ogni mese, sulla bustapaga, ritrovava il riferimento sull’ultimo giorno di lavoro. «Siccome mi piace questo lavoro - spiega - aveva scritto al ministero chiedendo di poter restare ancora un anno, ma mi hanno risposto che per via dell’età non era possibile». E così il 31 marzo ha salutato tutti raccogliendo l’affetto di chi, dal 2014, ha lavorando al suo fianco apprezzando la sua discrezione e determinazione. Lo stesso procuratore Raffaele Tito ne aveva elogiato la «costanza e perseveranza che solo gli isolani sanno perfettamente esprimere», ma anche la cortesia, il suo modo di fare garbato e il sorriso con cui accoglie tutti in ufficio. I colleghi si era raccomandati: «Vieni a trovarci ogni tanto». Mai si sarebbero aspettati di vederla ieri mattina seduta alla sua scrivania, che ovviamente era rimasta vuota, perché il turn over è uno dei punti neri della Procura.
L’ERRORE
Quando sul conto corrente non è arrivato l’accredito dlela pensione, inizialmente Giannina Carboni non si è preoccupata. «Arriverà», si è detta. Parlando con alcune colleghe già in pensione ha capito che qualcosa non andava. Ha chiamato l’Inps e le hanno spiegato che la pratica era in lavorazione. Successivamente le hanno spiegato che c’erano dei problemi con il ministero perché per via di alcuni codici erano sbagliati. Il 2 maggio le hanno comunicato che la domanda di pensione era stata rigettata e che poteva essere reintegrata al lavoro. E così è tornata. Giannina Carboni è arrivata negli uffici giudiziari di Pordenone il 25 novembre 2013, assegnata al Giudice di pace. Quando l’ufficio è stato chiuso, a maggio 2014 è stata trasferita in Procura. Purtroppo nella sua lunga attività lavorativa c’è stato un buco contributivo di 30 anni, dovuto al fatto che quando dirigeva una scuola di taglio e cucito in Sardegna non le sono stati versati i contributi. «Quando me ne sono accorta - spiega - ho potuto recuperare soltanto dieci anni di contributi». Ecco perché la sua età pensionabile si è innalzata (come rischia di accadere per i tanti giovani che cominciano ad affacciarsi adesso al mondo del lavoro). «Lavorerò fino al 31 agosto - afferma - Non c’è problema, anche se devo riprogrammare tutta l’estate, perché aveva già organizzato viaggi e visite ai parenti che vivono lontano dal Friuli».