Omicidio di Santo Domingo, la svolta delle indagini in un prelievo bancomat dal conto di Yancarlos

Tra gli indagati c’è un parente di Yancarlos: è fuggito dopo la sparatoria del 16 gennaio scorso

Venerdì 28 Aprile 2023 di Giulia Soligon
Omicidio di Santo Domingo, la svolta delle indagini in un prelievo bancomat dal conto di Yancarlos

SAN VITO AL TAGLIAMENTO - Un prelievo dal conto corrente di Yancarlos Ramirez il giorno dopo la sua morte. Ripartono da qui le indagini sul caso del trentenne sanvitese ucciso con un colpo di arma da fuoco il 16 gennaio scorso mentre si trovava in vacanza nella sua terra d’origine, Santo Domingo. Salgono a sette le persone iscritte nel registro degli indagati e tra questi spunta il nome di un parente, a fianco del trentenne quella sera, ma dileguatosi nel buio subito dopo la tragedia.


IL SOSPETTATO
«Secondo noi è stato lui ad architettare la rapina» racconta Katherine Ramirez, la moglie del giovane, che non si dà pace e cerca risposte. «Il sospetto mi è venuto quando ho visto che il 17 gennaio da uno dei conti correnti di mio marito era stata prelevata una somma di circa 1000 euro». Ottenuto il via libera per poter visionare i filmati dello sportello bancomat, è lì che Katherine riconosce il volto familiare. Una rapina premeditata è l’ipotesi più accreditata per lei, perché «i due si raccontavano tutto», dalla condivisione del codice segreto bancario all’operazione immobiliare che Yancarlos stava concludendo su un appartamento di sua proprietà. Una trattativa di vendita che si sarebbe dovuta concludere proprio in quei giorni, ma bloccata a causa dell’improvviso decesso. A Katherine basta scorrere i messaggi nel telefono del marito per accorgersi che il parente continuava ad assillarlo «seppur in modo scherzoso» - ci tiene a precisare - «per sapere quando questi soldi sarebbero arrivati». Ma non è tutto. Sarebbe stato sempre lui a prenotargli il biglietto aereo per Santo Domingo, dopo che il trentenne aveva perso il primo volo, e a ospitarlo in casa sua.
Secondo la ricostruzione della moglie, c’è un altro dettaglio che non torna. «Quella sera quando mi hanno consegnato gli effetti personali di Yancarlos mancava una cosa: il bancomat».

Eppure, poco prima che la tragedia avvenisse, Yancarlos quella carta ce l’aveva. «Gli avevo chiesto di comprarmi una cosa. Dall’estratto conto si vede che è stato effettuato un pagamento». Altro punto da chiarire rispetto a quanto accadde quella notte è chi era alla guida dell’auto. E anche su questo fronte il parente avrebbe alzato un muro. «Pochi giorni dopo la morte di Yancarlos mi aveva detto che era stato lui a chiamare un autista di Uber, ma quando gli ho chiesto di farmi vedere la prenotazione nell’applicazione, ha tergiversato dicendo di non ricordare la password».


L’INCHIESTA
Quale correlazione abbia il familiare con la morte del giovane sarà il giudice a chiarirlo, al momento il nuovo indagato resta a disposizione dell’autorità giudiziaria con obbligo di firma ogni trenta giorni per sei mesi. Resta invece in custodia cautelare il 19enne Daniel Ogando Soriano, uno dei presunti rapinatori, arrestato dalla polizia dominicana pochi giorni dopo la sparatoria. L’udienza preliminare, prevista per il 26 aprile e sospesa per la mancata presenza di Soriano e del suo rappresentante legale, è stata rinviata al prossimo 18 maggio.

Ultimo aggiornamento: 11:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci