Yancarlos ucciso a Santo Domingo, la disperazione della sorella: «Fratellino mio come faccio senza di te»

Giovedì 19 Gennaio 2023 di Chiara Muzzin
Yancarlos ucciso a Santo Domingo, la disperazione della sorella: «Fratellino mio come faccio senza di te»

SAN VITO - «Fratellino mio, mio eroe, mi hai lasciata sola. E ora come faccio senza di te? Sei tu che mi salvi sempre, parte della mia vita se n'è andata con te. Non sopporto questo dolore così forte. Fratellino mio, ci assomigliavamo tanto, come avrei potuto immaginare che alcuni maledetti disgraziati ti avrebbero strappato via così da me? Questo fatto non resterà impunito». Un istante dopo lo choc arriva il dolore, e un momento dopo ancora, si aggiungono la rabbia e la richiesta di giustizia. Sono i sentimenti espressi da Nathali Ramirez, sorella di Yancarlos, il trentenne sanvitese ucciso con un colpo di pistola nei giorni scorsi, mentre si trovava in vacanza nella sua terra d'origine, Santo Domingo.

Stando a quanto si è appreso, lunedì notte sarebbe stato avvicinato da dei malintenzionati che avrebbero tentato di rapinarlo fuori da una discoteca e avrebbe tentato di difendersi, venendo poi freddato.


IL DOLORE
Nathali, che con il fratello aveva un rapporto stretto, si è sfogata ai microfoni di un'emittente locale, ma anche sul proprio profilo Facebook, dove ha dedicato un pensiero a Yancarlos («un idolo», per lei), corredato di foto e video. Dall'altra parte dell'Oceano ci sono gli altri familiari di Yancarlos, oltre ai tanti amici, colleghi e conoscenti, ma il dolore non ha geografia. «Adesso è il momento della tempesta», commenta Danilo Casonato, il 64enne di Valvasone che ha sposato Viola diventando un padre per i suoi quattro figli e vedendoli crescere. «Bisogna aspettare che il tempo cancelli tutto continua Danilo, ma vista la gravità di quello è successo, sarà impossibile. Il dolore forse potrà attenuarsi, ma non sparire». Yancarlos era arrivato in Italia da Santo Domingo a 12 anni circa, alcuni anni dopo il matrimonio tra Viola e Danilo, residenti a Valvasone Arzene. Aveva frequentato le scuole medie di Valvasone, dove subito si era fatto volere bene dai compagni di classe per il suo modo di fare pacifico e simpatico. Aveva poi studiato a Pordenone, al Villaggio del fanciullo, specializzandosi come idraulico. Finita la scuola, erano cominciate le esperienze lavorative in diverse fabbriche.


UN LAVORATORE
«Inizialmente aveva lavorato all'Irrinova di Sedegliano per 5 o 6 anni spiega Danilo per poi spostarsi in varie ditte del sanvitese negli anni successivi». Un giovane che per un periodo (poco prima della pandemia) era stato suo collega, e che desidera rimanere anonimo, racconta che «Yancarlos era un ottimo amico, un grande lavoratore e aveva la dote di sapersi reinventare. Era spontaneo, con un sorriso contagioso. Amava la vita e amava sognare in grande: metteva tutto se stesso per realizzare i sogni». Lavoro, ma anche famiglia. Ramirez si era sposato cinque anni fa con una connazionale, con cui si era stabilito in un condominio di via San Giovanni a Prodolone. Lascia un bimbo di soli 14 mesi. La moglie martedì è corsa all'aeroporto per prendere il primo volo disponibile per raggiungere il suo Yancarlos, purtroppo privo di vita. Yancarlos che aveva un cuore che batteva forte per tante passioni e la musica latino-americana che scorreva nelle vene. Un ragazzo completamente integrato tra i giovani della zona, ma che non aveva mai dimenticato Santo Domingo, dove tornava ogni anno.


I RICORDI
Tra i ricordi più belli di Danilo insieme a Yancarlos ci sono le «feste che lui organizzava insieme agli amici dominicani: io e Viola partecipavamo sempre volentieri». Da adolescente andava a correre e si allenava assieme ad alcuni conoscenti. «Prima di fare la patente non si muoveva così tanto racconta Danilo e intanto si concentrava sulla scuola. Era sempre stato promosso e poi era arrivato al diploma di idraulico». Chi aveva conosciuto Yancarlos è concorde nel dire che era vivace, ma sempre nel senso migliore del termine. Giulia Napoli, assessora al Futuro di San Vito, vicina al mondo dei giovani, racconta di non aver conosciuto Ramirez, ma di aver percepito quanto fosse benvoluto dalla comunità grazie alle belle parole che gli hanno dedicato tanti ragazzi, anche attraverso i social. Il sindaco Alberto Bernava esprime cordoglio a nome della comunità e condivide, da lontano, l'appello di Nathali. «Ci auguriamo venga fatta giustizia presto per una morte veramente folle afferma e portiamo un sentito abbraccio a nome di tutta la comunità alla famiglia».

Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 23:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci