Nuovo termovalorizzatore in Friuli, si fa spazio l'ipotesi di Pordenone: ecco il perché e i tempi

Venerdì 1 Luglio 2022 di Loris Del Frate
Termovalorizzatore

PORDENONE - Anche se manca un progetto di riferimento, anche se l’assessore Fabio Scoccimarro ha spiegato che in questa tornata amministrativa regionale non sarà realizzato alcun termovalorizzatore sul territorio, si è già scatenata la caccia al sito. Del resto, come si legge sul piano dei rifiuti, l’impianto sarebbe di grosse dimensioni, 120-130 mila tonnellate di rifiuti urbani indifferenziati, una quantità di combustibile solido da rifiuto che non sarebbe raggiunto neppure mettendo insieme la produzione di Udine e Pordenone.

C’è però il fatto che se dovesse partire il nuovo impianto quello di Trieste verrebbe ridimensionato a 60 mila tonnellate l’anno in modo da avere un equilibrio sull’intero territorio regionale. Non solo. Viste le potenzialità dell’impianto si potrebbe pure pensare di bruciare Css da altre regioni incassando soldi e chiudendo la partita del conferimento di combustibile solido da rifiuto dagli impianti pordenonesi ai termovalorizzatori all’estero (Slovacchia, Austria, Ungheria e Slovenia) che solo ad Ambiente Servizi costa mediamente 6 milioni all’anno.

Verso Pordenone? 

Le voci si rincorrono e, anche se non c’è nulla di concreto e manca pure il progetto, dove eventualmente realizzare il termovalorizzatore è diventato uno dei passaggi fondamentali. Il piano su questo fronte parla chiaro: il nuovo impianto deve essere costruito dove ci sono già altre strutture che si occupano della gestione dei rifiuti. In provincia di Pordenone, salvo alcuni partiti e le comunità dell’area che sarà eventualmente scelta, c’è una maggiore apertura rispetto al territorio udinese ad accogliere la struttura. Il centrodestra non ha perplessità, il Pd non fa barricate, il sindaco del capoluogo ha un atteggiamento positivo e Confindustria si è subito detta favorevole. Come dire, insomma che ci sarebbero meno problemi (politicamente parlando) a realizzarlo nel Friuli Occidentale.

Dove farlo

Resta da capire dove. Alcune possibilità sono già emerse. Le voci più insistenti parlavano di Spilimbergo, nel sito della EcoMistral che ha un impianto da 25mila tonnellate per bruciare rifiuti industriali e ospedalieri. Molto probabilmente il fatto che lunedì prossimo l’azienda presenti in commissione comunale a Spilimbergo il progetto di ammodernamento e ampliamento dell’impianto di Tauriano, aveva fatto alzare le antenne a parecchie persone. È stata però la stessa azienda a spiegare che il termovalorizzatore per i rifiuti urbani a loro non interessa. Vero che sarà chiesto un aumento delle tonnellate da bruciare, ma il core business resteranno i rifiuti industriali e ospedalieri. L’impianto sarà rinnovato e reso più performante. Non solo. Con il progetto EcoMistral presenterà anche uno studio ambientale. Scartato (forse) Spilimbergo, restano due valide alternative. La prima è San Vito, dove c’è l’impianto di Ambiente servizi. Proprio ieri il sindaco di Spilimbergo, Enrico Sarcinelli, è diventato presidente dell’azienda sanvitese. Il nuovo impianto potrebbe sorgere nella zona industriale di Ponterosso. Infine c’è la Snua di Aviano. Oltre a gestire uno degli impianti più grandi ha lo spazio per poter realizzare in loco il termovalorizzatore. È una valida alternativa.

La gestione

Sono parecchi i milioni di euro necessari a realizzare un termovalorizzatore di quelle dimensioni. I soldi dei privati sarebbero una manna, ma è difficile pensare che i privati mettano i soldi (anche se non tutti) e poi lascino gestire l’impianto al pubblico. Più facile il contrario. C’è però da aggiungere che se la politica in provincia di Pordenone è più tollerante ad accogliere un termovalorizzatore nuovo, una delle condizioni è che la struttura venga gestita dal pubblico. I giochi sono aperti.

Ultimo aggiornamento: 10:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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