I no vax minacciano la casa di riposo, ricorso al giudice per vaccinare lo stesso tre anziani "ostaggio" dei parenti

Lunedì 8 Febbraio 2021 di Marco Agrusti
Vaccino a un'anziana

PORDENONE - L’ombra dei “no vax” si allunga sulla complessa e ramificata struttura per anziani dell’Umberto I di Pordenone, che comprende sia l’omonima casa di riposo di piazza della Motta che la “sorella” Casa Serena.

I casi, nello specifico, sono solamente tre, ma nei prossimi giorni sono destinati a fare scuola in tutta la regione, dal momento che i vertici della struttura hanno intenzione di vaccinare comunque gli anziani per i quali manca il consenso dei familiari. E la strada è quella del ricorso al giudice tutelare, una via legale che in Lombardia è già stata percorsa da molti direttori di case di riposo e Rsa. 


IL NODO
Il problema si è presentato quando la direzione dell’Umberto I è passata dalla fase uno alla fase due della campagna di vaccinazione. Era il turno degli anziani non in grado di decidere per se stessi, quindi serviva il consenso di un familiare sino al terzo grado di parentela. Ma l’ok al vaccino in tre casi non è arrivato. Anzi, la comunicazione giunta in direzione è stata quella opposta. «I familiari - fa sapere il direttore Giovanni Di Prima - si sono opposti all’intervento». La contrarietà dei parenti ha provocato uno stallo esecutivo, e la vaccinazione non ha riguardato i tre anziani, mentre tutti gli altri ospiti hanno ricevuto la dose “promessa”. Il risultato è quello di un’immunità di gregge comunque alle porte, ma “sporcata” da tre rifiuti che possono escludere dalla “bolla” di sicurezza altrettanti ospiti inconsapevoli, su cui pesa la scelta di persone terze. E allora si è deciso di intervenire d’imperio.


LA SOLUZIONE
La direzione dell’Umberto I si rivolgerà al giudice tutelare e cercherà di percorrere l’unica strada possibile per vaccinare comunque i tre anziani i cui parenti hanno detto “no” al siero della Pfizer. A prevedere questa possibilità è il decreto del 5 gennaio scorso, voluto dal ministero della Salute e incentrato proprio sulla difficile tematica del consenso alla vaccinazione tra gli anziani non in grado di decidere per se stessi. Il direttore sanitario della singola struttura (anche delegando al direttore operativo, se necessario) può infatti presentare un ricorso al giudice tutelare (in questo caso a quello del Tribunale di Pordenone) per ottenere l’accoglimento della richiesta e l’autorizzazione alla vaccinazione nonostante il parere contrario dei familiari. Ed è quello che accadrà all’Umberto I. La motivazione alla base del ricorso fa riferimento alla preservazione della salute del singolo anziano, ma anche alla sicurezza della comunità chiusa (la casa di riposo) nella quale risiede la persona al momento sprovvista del consenso in conto terzi. Se il giudice tutelare dovesse accogliere le richieste della direzione, però, la storia potrebbe non essere ancora finita. I familiari, infatti, avrebbero di fronte tre strade: accettare il pronunciamento del Tribunale, chiedere e ottenere entro dieci giorni le dimissioni del parente dalla struttura protetta e in ultima analisi presentare un ricorso contro la decisione del giudice tutelare. In quest’ultimo caso il Tribunale sarebbe chiamato ad esprimersi in forma collegiale. E i tempi si allungherebbero, così come quelli legati alla vaccinazione dei tre anziani.

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