Dario trovato morto in bagno: indaga la Procura, nel mirino i medici che hanno eseguito l'operazione al ginocchio

Venerdì 1 Dicembre 2023 di Mirella Piccin
Dario Zaina

AZZANO (PORDENONE) - Il via libera al funerale è stato concesso dopo lo svolgimento della seconda autopsia sul corpo del giovane azzanese Dario Zaina, di 36 anni, eseguita dai sanitari di Padova che in settimana sono arrivati a Pordenone. L'ispezione doveva confermare quanto appurato dagli esperti pordenonesi, che avevano attribuito ad un'embolia polmonare la morte improvvisa del giovane. I funerali sono stati fissati per sabato 2 dicembre nella chiesa parrocchiale di Tiezzo, ma un terzo esame è già stato fissato il 12 dicembre. Il secondo ha portato però alla luce le cause della morte del giovane. Nel decorso post operatorio si sono verificate delle complicanze, e fermare il cuore del 36enne Zaina è stata una tromboembolia polmonare.

I FATTI
Zaina da tempo soffriva di un dolore al ginocchio destro, un fastidio che gli impediva anche di lavorare e di svolgere dei normali movimenti. Per questo a inizio novembre di quest'anno si era deciso a sottoporsi ad un intervento chirurgico al ginocchio dolorante (menisco e crociato) eseguito da un equipe di medici del Policlinico San Marco a Mestre. L'intervento non aveva causato problemi, almeno nell'immediato, e dopo le dimissioni e la terapia prescritta sarebbe dovuto tornare in ospedale per la visita di controllo. Ma dopo qualche giorno, qualcosa è andato storto. Era sabato 11 novembre, tra le 4.30 e le 5 del mattino. Dario si era alzato per andare in bagno, e qui aveva accusato un malore, cadendo a terra.

In suo soccorso erano intervenuti i suoi genitori, nonché una squadra di sanitari, ma per Dario non c'era più nulla da fare.

L'APPELLO
Per questo i genitori e il fratello Walter Zaina vogliano venga fatta chiarezza. Sono assistiti dall'avvocato Luca Malacart. Sulla morte di Dario indagherà la Procura di Venezia per vagliare se ci sono responsabilità dei medici che lo ebbero in cura. Ragazzo solare, generoso, Dario lavorava in una ditta di Cordenons che realizza pannelli per soffitti. Era felice di questo lavoro, aveva legato con i colleghi. A Tiezzo, la frazione dove viveva con i genitori (la mamma, Elena e il papà Giacomo), tutti lo conoscevano anche per la passione per la cucina, in particolare per il barbecue, tanto che lo invitavano a diversi eventi nel territorio, e lui non diceva mai di no. La cucina, ma anche il calcio: aveva giocato in squadre del territorio ed era ancora attivo nella società calcio di Tiezzo. Qui in molti lo piangono: «Abbiamo perso un vero amico, un ragazzo buono, gentile, sempre pronto a dare una mano concreta. La sua morte ci ha lasciato sgomenti». In questa comunità ha lasciato un vuoto incolmabile, anche nella rete di amicizie coltivate nel tempo.
 

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