Pordenone. Minacce all'operatrice in Pronto soccorso, lei schiaccia il nuovo pulsante d'emergenza e si salva dall'aggressione

Venerdì 12 Gennaio 2024 di Marco Agrusti
Il pronto soccorso

PORDENONE - Il sistema di allarme da remoto era stato presentato cinque giorni prima di Natale dall’allora questore di Pordenone, Luca Carocci. Nemmeno il tempo di mostrarlo al pubblico, che purtroppo c’è già stata l’occasione di usarlo. 
Tra Natale e Capodanno, infatti, al Pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone è andato in scena un film purtroppo già visto. Un paziente, probabilmente a causa di un’attesa in triage giudicata arbitrariamente troppo lunga, ha aggredito verbalmente e minacciato un’operatrice sanitaria che in quel momento aveva l’incarico di gestire la coda del punto di soccorso del capoluogo. Stavolta, però, non è stato necessario cercare il telefono più vicino per allertare le forze dell’ordine. 
Nel reparto, infatti, era appena stato installato uno dei quattro pulsanti rossi.

E ha funzionato. 


COS’È SUCCESSO


Giorni difficili, quelli delle feste natalizie in Pronto soccorso. Un reparto già sottodimensionato per il numero di accessi giornalieri si è trovato in una situazione purtroppo non rara, soprattutto nei periodi che corrispondono alle ferie di parte del personale. 
In aggiunta, il periodo era quello del picco di accessi dovuti all’alta circolazione di diversi virus e anche all’assenza di molti medici di medicina generale. Logico, quindi, aspettarsi delle attese mediamente più lunghe. Specialmente in caso di condizioni cliniche del paziente giudicate non gravi. Un cittadino pordenonese che fino a quel momento sembrava attendere diligentemente il proprio turno di visita, però, ad un certo punto ha iniziato ad inveire contro un’operatrice sanitaria. «Minacce e violenze di tipo verbale», è quanto riferiscono i vertici dell’Azienda sanitaria del Friuli Occidentale. 
L’operatrice sanitaria allora ha “inaugurato” la nuova procedura, premendo il pulsante rosso e attivando immediatamente una comunicazione con le forze dell’ordine, giunte sul posto per verificare cosa stesse succedendo in Pronto soccorso. È esattamente la fattispecie per la quale il sistema varato a dicembre era stato pensato. 


IL SISTEMA


Come funziona il cosiddetto pulsante rosso? Il bottone d’emergenza che una volta premuto attiva la Polizia di Stato. 
Il poliziotto può vedere chi sta chiamando, ma anche ascoltare che cosa sta succedendo in pronto soccorso. Il collegamento è in viva voce, intercetta voci e rumori distintamente fino a sei metri di distanza e, soprattutto, registra tutto. I primi quatto pulsanti rossi sono già arrivati: due sono stati installati nel Pronto soccorso di Pordenone e nel reparto di Psichiatria del Santa Maria degli Angeli, gli altri due sono destinati a Spilimbergo e San Vito al Tagliamento. In futuro i dispositivi saranno una ventina, a disposizione di guardie mediche, Centri di salute mentale e delle strutture di Sacile e Maniago. 
Ma il futuro della salute pordenonese sarà anche e soprattutto concentrato sul nuovo ospedale Santa Maria degli Angeli. Un presidio sanitario che si annuncia già in partenza molto più sicuro rispetto all’ospedale esistente, dal momento che l’investimento tecnologico per l’acquisto di un moderno sistema di videosorveglianza è stato importante. 
Ma naturalmente i pulsanti rossi che a dicembre sono stati utilizzati per la prima volta al Santa Maria degli Angeli non spariranno. Saranno trasferiti all’interno del nuovo polo sanitario di via Montereale e si affiancheranno come barriere anti-violenza agli occhi elettronici, per una doppia barriera che dovrà servire ad evitare le sempre più frequenti intemperanze da parte dei pazienti nei confronti del personale sanitario. 

Ultimo aggiornamento: 14 Gennaio, 08:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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