Il maestro del pane chiude la storica bottega di Cecchini

Mercoledì 27 Ottobre 2021 di Cristiana Sparvoli
Lino Pretto e la moglie
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PASIANO - Tra quattro giorni Cecchini dirà addio al panificio artigianale Pretto Lino Rizzieri. Dal 31 ottobre il fornaio Lino Pretto, dopo 34 anni trascorsi tra laboratorio e bottega, saluta tutti e abbassa la serranda dell'attività condivisa con la moglie Roberta Giacomini in via della Posta 8, dietro alla chiesa.

Il prossimo Natale i suoi clienti non mangeranno il panettone e la gubana per cui era famoso, anche oltre i confini del Friuli, visto che qualcuno arrivava addirittura dalla Lombardia per gustarla. 


MAESTRO DEL PANE

L'ultimo maestro del pane di Pasiano, insignito dall'Ascom Confcommercio, insieme alla consorte, con l'Aquila d'oro per i quarant'anni di attività nel settore della panificazione, va in pensione a sessant'anni, con 45 anni di contributi sulle spalle. Avrebbe dovuto già chiudere un anno fa. Ma ha deciso di tirare avanti fino all'ottobre 2021 per aspettare che anche Roberta, 57 anni, raggiungesse la quota contributiva necessaria per appendere il grembiule al chiodo.


AL LAVORO GIOVANISSIMI

«Abbiamo iniziato a lavorare che eravamo giovanissimi. Io avevo già compiuto 15 anni, lei non li aveva ancora fatti. Prima sono stato dipendente di altri panifici, per apprendere il mestiere. In seguito io e Roberta ci siamo messi in proprio a Cecchini, nell'ottobre del 1987. Inizialmente eravamo in uno stabile più vecchio; poi abbiamo acquistato il negozio nuovo, dove siamo oggi. Chiudo dopo 34 anni esatti: qui ci ho trascorso una vita». 


SENZA DISCENDENTI

La gioia per l'atteso pensionamento, che gli permetterà così di dare sfogo ai propri hobby (Mi piace restaurare vecchie auto e biciclette, inoltre c'è un brevetto industriale che devo sviluppare), si abbina al dispiacere di non avere potuto trasmettere la propria maestrìa dell'arte bianca ad allievi in grado di portare avanti la tradizione del pane fresco quotidiano. «Nel comune di Pasiano fino a qualche anno fa c'erano quattro forni artigianali. Con la chiusura del mio laboratorio resta solo quello di Pozzo», sottolinea Pretto, riferendosi al panificio di via Capitello gestito dalla società cooperativa sociale Arca. «Io e mia moglie non abbiamo avuto figli a cui passare l'attività. Con la chiusura del nostro panificio, Cecchini non avrà più un negozio di alimentari. Però sono in trattative con un'azienda, a cui affittare i muri per la riapertura di una rivendita di pane. Solo il laboratorio sarà chiuso e smantellato. Avevo messo degli annunci per cercare delle persone a cui passare il testimone. Si sono presentati solo stranieri extracomunitari senza nessuna esperienza nel settore. Mentre è necessario avere tutte le qualifiche e avere frequentato i nuovi corsi. Sembra tutto facile, ma non lo è proprio».


LA STRADA DEL PANE

Lino Pretto è nato e cresciuto a Tiezzo in una famiglia che contava 13 figli. In tre hanno preso la strada del pane: un fratello avviò un forno a Vallenoncello e una sorella a Pozzo, mentre lui si installò a Cecchini. In paese sono memorabili le feste della birra, organizzate dal fornaio a luglio davanti alla bottega di via della Posta. Così come lo si ricorda in abbigliamento d'epoca alle feste del pane nell'antico forno Brescancin. «Facevamo vedere come si faceva il pane di una volta - conclude Pretto -. Del mio laboratorio mi resteranno gli stampi, per preparare qualche panettone da regalare agli amici più cari».

Ultimo aggiornamento: 28 Ottobre, 09:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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