Fisco, assolto patron del Mille Lire: dimostrato che non era lui l'amministratore dei locali di lap dance

Venerdì 22 Ottobre 2021
Fisco, assolto patron del Mille Lire: dimostrato ceh non era lui l'amministratore dei locali di lap dance

PORDENONE - Quindici giorni di carcere nel 2015 annullati dal Tribunale del Riesame, tre anni di processo e un capo di imputazione chilometrico per frode fiscale e fatture per operazioni inesistenti che nel frattempo si è prescritto, fatta eccezione per una contestazione del 2013. Quest'ultima riguardava una serie di rimborsi spese per viaggi di lavoro, secondo l'accusa indicati per generare passivi fittizi. Stefano Caserta, 56 anni, residente a Pozzuolo del Friuli, all'epoca conosciuto per essere il patron del Mille Lire Srl di Zoppola e del Parco delle Rose di Pozzuolo, paradisi della lap dance, ieri è stato assolto dal giudice Milena Granata per non aver commesso il fatto. Il pm Federico Facchin aveva chiesto una condanna a un anno e sei mesi di reclusione, ma il Tribunale ha riconosciuto la tesi difensiva: Caserta non svolgeva funzioni di amministratore di fatto, erano altre le figure che avevano ruoli direttivi, e i rimborsi spese non erano oneri deducibili impropri.

Il giudice ha anche revocato il sequestro dei beni, che riguardava immobili e opere d'arte di pregio per un valore di circa 1,2 milioni.


LE ACCUSE

L'inchiesta risale al 2013 e inizialmente sondava anche l'ipotesi di associazione per delinquere, poi caduta in fase di chiusura delle indagini. La Procura contestava ipotesi di dichiarazione fraudolenta attraverso fatture emesse per operazioni inesistenti o rimborsi chilometrici falsi per creare passivi fittizi. In quattro anni - dal 2009 al 2012 - il Mille Lire avrebbe omesso di dichiarare ricavi per 3 milioni di euro, imposte sugli intrattenimenti dal vivo per 750 mila ed evaso Iva per 850 mila. Il procedimento penale madre, che coinvolgeva tredici persone, si era spezzettato. Quattro posizioni erano state stralciate, otto imputati sono stati condannati (pene complessive per 7 anni e una confisca di oltre 650 mila euro). Fuori dal processo era rimasto soltanto Caserta, per via di un difetto di notifica del decreto di chiusura delle indagini preliminari, che era stato notificato soltanto all'avvocato Guido Galletti e non dal co-difensore Cristiano Leone.


LA DIFESA

L'assoluzione di Caserta è destinata a influire su altre questioni rimaste aperte. L'inchiesta della Guardia di finanza di Pordenone aveva avuto, a cascata, conseguenze anche in materia previdenziale (per le ballerine di lap dance assunte senza un regolare contratto) e tributaria per un ammontare di 10 milioni di euro (Inps e Inail vantano la fetta maggiore). In materia di lavoro, inoltre, il processo è sospeso, proprio in attesa che fosse definito il procedimento penale. In quest'ottica la sentenza di assoluzione pronunciata ieri assume notevole importanza. «È un caposaldo - spiega l'avvocato Leone - perché dice che Caserta non era coinvolto nelle gestione dei locali, non era lui il vero padrone. Fra 90 giorni il giudice depositerà le motivazioni, se la Procura farà ricorso in appello ci riserveremo di rinunciare alla prescrizione».
C.A.
 

Ultimo aggiornamento: 12:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci