Il contraccolpo della guerra: ventimila lavoratori a termine a rischio rinnovo. I sindacati: «Spettro povertà»

Giovedì 24 Marzo 2022 di Redazione
Un operaio al lavoro

PORDENONE - Gli imprenditori chiedono di salvare le aziende.

I sindacati temono di perdere i lavoratori. E le due dinamiche sono unite da un unico filo. «Con una situazione - riflettono però Cgil, Cisl e Uil - che è già più grave per i lavoratori, colpiti sia dalla riduzione dei salari a causa dell’uso degli ammortizzatori sociali che dai rincari dell’energia». Lo scivolamento verso un peggioramento sensibile dell’emergenza ha anche dei numeri. Sono quelli riferiti ai primi lavoratori che pagheranno il conto della crisi. E si tratta della stessa platea che nel 2021 ha contribuito a mettere il segno più di fronte alla voce “occupazione” nella nostra regione. Sono circa 20mila, infatti, i lavoratori con contratto a termine che ora rischiano di non vedersi rinnovare l’impegno da parte delle aziende. I sindacati su questo punto sono stati chiari.

PREOCCUPAZIONE

«Il rinnovo dei contratti a termine - ha spiegato William Pezzetta, segretario regionale della Cgil - in questo momento è fortemente a rischio. Purtroppo a pagare saranno innanzitutto i più deboli, i più esposti. Cioè i lavoratori precari, con contratti che non saranno rinnovati. Ne abbiamo già contezza. La situazione è pesante e peggiorerà, perché ora non è ancora drammatica. Le aziende stanno attivando la cassa integrazione oppure si muovono facendo smaltire le ferie o i permessi ai dipendenti. Chi lavora paga due volte e la guerra sta amplificando queste difficoltà. Il rischio povertà è reale». «Dal governo ci aspettavamo più attenzione nei confronti dei lavoratori», ha detto il segretario della Uil, Matteo Zorn. «La doppia penalizzazione a carico dei lavoratori - ha ribattuto Cristiano Pizzo della Cisl - inizia ad essere molto importante». Si segnala anche un’altra difficoltà: l’Inps non riconosce la crisi energetica tra le causali per l’attivazione della cassa integrazione. Un fattore in via di risoluzione, ma un ostacolo in più per aziende e lavoratori. 

Ultimo aggiornamento: 16:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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