Nodo tamponi, appello del prefetto alle farmacie

Giovedì 14 Ottobre 2021
C'è grande attesa e incertezza per il debutto del Green Pass obbligatorio nei luoghi di lavoro

PORDENONE - Scatta l’obbligo del Green pass in tutti i luoghi di lavoro e le aziende - soprattutto quelle artigiane e più piccole, ma anche quelle più strutturate con un numero maggiore di addetti - temono contraccolpi sugli organici e sulla produzione. Domani sarà il primo test: con l’obbligatorietà del certificato verde per tutti i lavoratori le aziende (ma anche gli uffici di enti locali e gli enti pubblici) cominceranno a contare le assenze dei dipendenti sprovvisti del pass. Ma la preoccupazione vera è spostata un po’ più in là nel tempo: per un primo periodo infatti i lavoratori che hanno prenotato per tempo i tamponi (da fare ogni 48 ore) riusciranno a ottenere il pass, i problemi maggiori potrebbero presentarsi nei giorni e nelle settimane successive alla data di entrata in vigore del decreto, cioé domani.
APPELLO ALLE FARMACIE
E proprio sul nodo dei tamponi nei giorni scorsi era intervenuto anche il prefetto di Pordenone Domenico Lione che attraverso una richiesta a Federfarma - seppure nel rispetto della normativa e della volontarietà dei titolari e degli operatori - volta a capire e a valutare con il “sindacato” dei farmacisti se sia possibile un ampliamento dei “punti tamponi” da parte delle farmacie e un’eventuale ampliamento della fascia oraria nella quale eseguire i testa rapidi. Il problema è infatti legato al fatto che le agende delle farmacie in questo momento vedono prenotazioni coperte fino alla fine del mese di dicembre. Una situazione che allunga i tempi e rende perciò molto difficile riuscire a rispondere alla valanga di richieste di tamponi che negli ultimi giorni sta pervenendo. L’auspicio del prefetto - a informare dell’intervento e del confronto in atto con Federfarma è stato lo stesso Domenico Lione ieri mattina a margine di un incontro con categorie produttive, sindacati e forze dell’ordine che era stato convocato per fare il punto sul tema della sicurezza sul lavoro e dei vari progetti volti ad abbattere il numero di infortuni - che ha aggiunto di avere riscontrato la massima sensibilità e disponibilità da parte di Federfarma sulla questione. Anche se un possibile ampliamento del numero di farmacie pronte a eseguire i test e un “allungamento” della fascia oraria non sarebbe attuabile in tempi brevissimi. Ma perlomeno consentirebbe di gestire il nodo dei tamponi in maniera diversa nelle prossime settimane, da qui alla fine dell’anno. Intanto restano le preoccupazioni e i timori delle imprese. In particolare in quelle più piccole, dove l’assenza per sospensione anche di pochissimi lavoratori potrebbe compromettere l’organizzazione aziendale e la produzione. Sul territorio si stanno anche registrando - in realtà finora pochissimi - casi di aziende che pur di evitare ripercussioni produttive hanno deciso in autonomia di pagare i tamponi ai dipendenti. La linea di Confindustria e delle altre categorie resta quella del non pagamento dei test. Preoccupazione anche per molte famiglie che hanno contratti di lavoro con colf e badanti: vi è il problema del controllo (che spetta alla famiglia) e del numero che pare piuttosto elevato di bandanti non vaccinate o vaccinate con sieri non riconosciuti dall’Ue.
SANITÀ
Meno rischi, invece, nel sistema sanitario dove gli operatori non vaccinati sono già stati sospesi e dunque non dovrebbero esserci particolari disagi.

Anche sul fronte dei servizio di trasporto pubblico la situazione pare sotto controllo: l’Atap si sta organizzando anche con “supporti” di bus privati, ma sui circa 200 autisti il numero di possibili assenti non dovrebbe superare la ventina: una situazione gestibile seppure con allungamento dei turni di chi dovrà coprire i colleghi “sospesi”.

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