Basta un errore, un numero sbagliato nel codice inserito dal singolo operatore. E la vaccinazione scompare dal sistema, rinviando così l'arrivo del Green pass. Il tutto a pochi giorni dalla scadenza del primo febbraio, quando le regole diventeranno più ferree. Sta peggiorando il clima di tensione nei Dipartimenti di prevenzione. Ed è emblematico quanto successo 48 ore fa in provincia di Pordenone. Una coppia di coniugi si era vaccinata lo stesso giorno. All'uomo il Green pass è arrivato subito, alla donna invece non sono bastati cinque giorni. Si trattava proprio di un errore partito dall'hub vaccinale e che è stato risolto dal Dipartimento di prevenzione. «Di richieste di questo tipo ne arrivano a migliaia - confessa Lucio Bomben, direttore a Pordenone - e noi non ce la facciamo più.
I CERTIFICATI
L'altro lato della crisi è rappresentata dai Green pass da emettere alla fine della guarigione, cioè dal rilascio della persona ormai negativa ma di fatto costretta ancora a casa. E qui i fatti sono sostanzialmente due: da un lato il nuovo sistema telematico gestito da Insiel, che sta patendo lo scotto di una partenza lenta ma che dovrebbe migliorare, e dall'altro la differenza tra la positività vera e propria di un paziente e la reale presa in carico del caso da parte del Dipartimento di prevenzione. Il lavoro si sta accumulando giorno dopo giorno, con i ritardi che ormai arrivano anche a superare i sette giorni. Una vera e propria emergenza, se si considerano i pass in scadenza, le necessità lavorative dei tanti guariti in attesa di essere liberati e i vaccinati che non si vedono ancora riconosciuta al propria dose. Una giungla che solo un calo dei contagi potrà districare.