La spia rossa che prima era lampeggiante ora resta sempre accesa. La siccità in regione, infatti, non è più un rischio per la prossima stagione. È una sicura emergenza.
IL DISTRETTO
Ma non è solo l’agricoltura a rischiare. Già, perchè se le cose non si sistemano (leggi pioggia) per scongiurare la disfatta dell’agricoltura, sul fronte della siccità, la Regione si troverà nelle necessità di chiedere tra qualche settimana al Distretto delle Alpi Orientali di intervenire sui gestori idroelettrici della regione. In pratica di spegnere le turbine che producono energia e utilizza la poca acqua che ancora c’è per bagnare le campagne e - non è da escludere - pure per usi domestici. Il Distretto delle Alpi Orienti governa i bacini idrografici dell’Isonzo, del Tagliamento, del Livenza, del Piave e del Brenta. In più quello del Lemene dello Slizza (ricadente nel bacino del Danubio), del Levante, quello dei tributari della laguna di Marano - Grado, della pianura tra Piave e Livenza, quello del Sile e quello scolante della laguna di Venezia.
L’INCONTRO
Che la situazione in regione sia veramente preoccupante lo dice anche il fatto che dopo l’incontro al Ministero di ieri dove si è fatto il punto a livello nazionale con tutte le Regione, domani 3 marzo, a Trieste, su richiesta del Consorzio di bonifica Cellina Meduna i tre assessori Riccardo Riccardi (Protezione civile), Stefano Zannier (Agricoltura) e Fabio Scoccimarro, (Ambiente) incontreranno tutti i gestori degli acquedotti del Friuli Venezia Giulia, i gestori dei servizi idrici e al tavolo sono stati invitati anche i gestori degli impianti idroelettrici Edison che si occupa dell’asta del Meduna con Racli, Cà Zul e Cà Selva e Cellina Energy con capofila la diga di Ravedis. È evidente che la presenza di queste due aziende si rende necessaria - nel caso in cui a marzo e aprile non si siano create riserve d’acqua con nuove e abbondanti precipitazioni - per capire che aria tira.
LA DISCUSSIONE
Nel corso dell’incontro per prima cosa sarà fatto il punto. Allo stato possiamo dire che la situazione è decisamente deficitaria al punto che è peggiore di quella dello scorso anno. Se poi dovesse presentarsi una siccità anche durante i mesi primaverili allora dovranno scattare assolutamente i provvedimenti emergenziali. Tra questi anche la possibilità - come detto - che ai gestori idroelettrici venga chiesto di spegnere le turbine e non produrre energia. Resta da capire come risponderanno anche a fronte del fatto che ora sul mercato libero potrebbero crearsi problemi. In ogni caso - è bene dirlo - la speranza è che le precipitazioni primaverili arrivino. C’è poi da aggiunger che se è vero che febbraio è stato molto poco piovoso (anzi, quasi nulla) resta il mese che comunque storicamente ha sempre fatto registrare scarse precipitazioni. Sempre nell’incontro in regione saranno anche affrontati i vari scenari che potrebbero crearsi da qui sino alla apertura della stagione in cui è necessario bagnare i campi. Dallo scorso anno, salvo qualche piccolo bacino non è stato fatto molto da un punto di vista dell’utilità per affrontare una emergenza immediata. Non c’erano i tempi. Sono stati stanziati soldi per alcune opere fondamentali e sono pure partiti alcuni cantieri, ma sarà necessario aspettare ancora uno, due anni per avere la possibilità di creare riserve, come il contenimento massiccio delle acque piovane.
LA STAGIONE
Da un punto di vista delle necessità dell’agricoltura la stagione in cui è necessario irrigare, quindi l’apertura delle canalette da parte dei Consorzi per far arrivare l’acqua ai campi inizia il primo di giugno. Già ad aprile, però c’è bisogno di irrigare le colture anticipate r ovviamente ci sarà bisogno di acqua. Senza dubbio anche quest’anno, come è accaduto l’anno passato, i Consorzi attueranno un piano di risparmio dell’acqua, con aperture su meno ore. Salvo miracoli che sono sempre ben accetti.
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