Aviano. Cro, un anno di ritardo e sperimentazione sui farmaci chiusa. Cosa succede

Da almeno due anni, l'intera area della farmacia del Cro era stata indicata dall'Aifa non più a norma per fare la sperimentazione sui nuovi farmaci

Domenica 23 Luglio 2023 di Loris Del Frate
Ricerca al Cro (foto d'archivio)

PORDENONE / UDINE - Sarà anche una scalogna nera, ma - come diceva un vecchio e potente politico - a pensar male si farà peccato, ma ci si azzecca. E così, dopo i due anni di ritardo per la realizzazione del bunker della Protonterapia al Cro di Aviano (i lavori non sono ancora iniziati), ora si viene a sapere di un altro ritardo che ha costretto il Centro di riferimento di Aviano a bloccare per un periodo la sperimentazione di "Area 1", quella che riguarda la ricerca sui nuovi farmaci mirati per combattere i tumori. E si sa, quanto vale la ricerca, soprattutto sul fronte dei farmaci, per un Centro altamente specializzato come quello di Aviano.

Sarà un caso, ma quando l'istituto ha un problema, oppure deve fare un salto di qualità, i tempi si dilatano sempre all'infinito. Qualcuno parla anche di un "progetto mirato" per farlo vacillare e affondare. Difficile crederci, anche se tutto può essere, ma sarebbe veramente tafazziano colpire con "fuoco amico" il Cro per interessi di campanile.

Cosa è successo

Da almeno due anni, l'intera area della farmacia del Cro era stata indicata dall'Aifa non più a norma per fare la sperimentazione sui nuovi farmaci. C'erano, insomma, da fare lavori strutturali per avere il via libera e soprattutto c'erano da adeguare i protocolli di sicurezza e metterli a norma con le nuove indicazioni. Sin qui nulla di strano. L'allora direttore del Cro, inviò la richiesta di autorizzazione alla Regione per sistemare l'area della ricerca farmaceutica.

La risposta arrivata da Trieste avrebbe dovuto sollevare qualche sospetto già allora, cosa che invece, non accadde. Già, perchè c'era scritto che in regione c'erano già tre Ufa (termine che sta a significare Unità farmaci antiblastici, medicine, che funzionano inibendo la crescita delle cellule tumorali) e che forse era il caso di accorpare le tre Unità in una sola. A parte il fatto che dal Cro avevano segnalato l'urgenza di intervenire, a parte il fatto che il Cro, istituto nazionale oncologico vive con la ricerca e a parte il fatto che forse era meglio fare un ragionamento prima che scadessero i termini, l'istituto avianese, dopo un po' di tempo, non avendo ottenuto l'autorizzazione, non ha più potuto andare avanti con la sperimentazione sui farmaci antitumorali. Bloccata, insomma, l'operatività dell'Area 1.

La ricerca

Verrebbe da ridere, se non ci fosse da piangere perchè ci sono persone malate che muoiono in attesa di cure e farmaci sperimentali, visto che dopo alcuni mesi (qualcuno dice otto, ma su questo fronte non è stato possibile sapere con esattezza il tempo di attesa) dalla Regione arrivò un altra comunicazione. Nessun accorpamento, si va avanti con tre Unità, una a Udine, una al Cattinara e quella, ancora da autorizzare, al Cro di Aviano. Come dire che si è perso tempo, al quale si è poi sommato anche quello necessario per la progettazione e tutto il resto. Sempre con la linea della sperimentazione farmaceutica bloccata o a singhiozzo. Nel marzo del 2022 sono iniziati i lavori per sistemare tutti i locali e adeguarli ai nuovi standard di sicurezza. Se tutto va bene dovrebbero essere terminati per il prossimo novembre. Guarda caso lo stesso mese che dovrebbero partire quelli del bunker per la protonterapia.

Dopo un periodo senza poter fare sperimentazione e in attesa di avere tutto a posto per partire, la direttrice generale del Cro, Francesca Tosolini, per non restare troppo sconnessi con la realtà che corre veloce, insieme ai responsabili dei settori interessati, ha chiesto e ottenuto di poter lavorare su questo fronte con lo Iov di Padova facendo, quindi, progetti in comune. Ora si tratta di attendere qualche mese (almeno così si spera) per poter tornare a pieno regime.

«Quando sono arrivata al Cro - spiega la direttrice generale - la questione di poter ottenere l'autorizzazione era già conosciuta e affrontata da chi c'era prima. Abbiamo atteso che la Regione valutasse, come è sua prerogativa, la vicenda dell'accorpamento delle Ufa, che poi non c'è stato. A quel punto è stato messo in campo l'iter, attesi gli investimenti, e ora siamo a buon punto. Recentemente, infine, è partita la sperimentazione con lo Iov di Padova». La Regione, intanto, ha garantito altri investimenti sulla nuova palazzine a tre piani. 

Ultimo aggiornamento: 24 Luglio, 09:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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