Il termovalorizzatore si avvicina a grandi passi.
I TEMPI
È ovvio che un impianto di quel genere non può certo essere realizzato in tempi velocissimi per dare risposte immediate alle esigenze di imprese e famiglie sul fronte dei rincari dei costi dell’energia, ma l’obiettivo è mettersi al riparo anche per il futuro. In questo senso il presidente di Confindustria Alto Adriatico, Michelangelo Agrusti, ha messo le carte in tavolo: impianto da fare subito a gestione pubblica. Un passaggio, quello della gestione pubblica, che avrebbe convito anche diversi sindaci, a cominciare da quello di ValvasoneArzene, Markus Maurmair che in un suo passaggio pubblico era stato molto chiaro: “questi sono momenti in cui è necessario assumersi responsabilità”.
DOVE FARLO
Nessuno si è candidato ufficialmente, il rischio di ritrovarsi in casa un comitato di cittadini che protesta resta molto alto, ma ci sono territori decisamente più vocati di altri. Uno è quella della zona industriale Ponterosso, che per specificità e per presenza di industrie energivore potrebbe essere uno dei luoghi sui quali la Regione potrebbe guardare con maggior disponibilità. Confindustria Alto Adriatico ha dato il via libera, mentre il sindaco di San Vito, Alberto Bernava per ora resta alla finestra e non si è espresso. Se da un lato anche la zona industriale Aussa Corno in comune di San Giorgio di Nogaro potrebbe essere area “fertile” per un termovalorizzatore, dall’altro è altrettanto vero che con il nuovo impianto siderurgico ci sarebbe un ingorgo di aziende ad alto rischio inquinamento. Il sito, dunque, potrebbe essere escluso anche a fronte del fatto che il sindaco sangiorgino non pareva favorevole ad appesantire ulteriormente il suo territorio. Resta, dunque, San Vito, la zona industriale Ponterosso o comunque altre aree limitrofo che possano essere di servizio alle aziende collocate su quel sito.
I PROGETTI
Allo stato nessuno si sbilancia. Da quanto si è saputo, però, almeno due aziende che operano sul fronte rifiuti in provincia di Pordenone si sarebbero fatte avanti fornendo la disponibilità. Un termovalorizzatore, pur se di medie dimensioni, costa in ogni caso svariati milioni di euro. Si tratta di un investimento notevole al quale per ovvie ragioni, se poi la gestione deve restare in mano al pubblico, serviranno più soggetti finanziatori. Per quanto riguarda, invece, i sovalli da bruciare, non ci sarebbero problemi: tanto per fare un esempio, infatti, Ambiente Servizi spende circa sei milioni di euro l’anno per portare all’estero i rifiuti da bruciare.
LE REGIONALI
Il vero problema è legato al fatto che tra sette mesi si vota per il rinnovo della Regione. Sarebbe una follia elettorale imbarcarsi in questo momento in un progetto del genere, viste le sicure resistenze. Come dire che se la cosa andrà avanti sarà solo ed esclusivamente sotto traccia. Per il resto si dovrà aspettare il nuovo mandato.
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