La crisi spinge il progetto del termovalorizzatore oltre le proteste: ecco i siti prescelti in Friuli

Mercoledì 5 Ottobre 2022 di Loris Del Frate
Un termovalorizzatore

Il termovalorizzatore si avvicina a grandi passi.

Per la verità dalla Regione nè il presidente Massimiliano Fedriga, nè l’assessore Fabio Scoccimarro hanno intenzione di aprire un fronte su un discorso delicato come questo a pochi mesi dalle elezioni. Resta però il fatto che se prima era una sparuta pattuglia a volere un nuovo termovalorizzatore sul territorio regionale, ora le fila di quanti sarebbe disponibili a vederlo realizzato si stanno ingrossando. Anche di sindaci. A dare una mossa decisamente importante è stata la crisi energetica con le bollette dell’energia elettrica che sono schizzate in alto. Il termovalorizzatore, insomma, è visto sempre di più come un impianto che, almeno in una vasta zona delle regione, potrebbe portare un po’ di aiuto alle imprese.


I TEMPI


È ovvio che un impianto di quel genere non può certo essere realizzato in tempi velocissimi per dare risposte immediate alle esigenze di imprese e famiglie sul fronte dei rincari dei costi dell’energia, ma l’obiettivo è mettersi al riparo anche per il futuro. In questo senso il presidente di Confindustria Alto Adriatico, Michelangelo Agrusti, ha messo le carte in tavolo: impianto da fare subito a gestione pubblica. Un passaggio, quello della gestione pubblica, che avrebbe convito anche diversi sindaci, a cominciare da quello di ValvasoneArzene, Markus Maurmair che in un suo passaggio pubblico era stato molto chiaro: “questi sono momenti in cui è necessario assumersi responsabilità”.


DOVE FARLO


Nessuno si è candidato ufficialmente, il rischio di ritrovarsi in casa un comitato di cittadini che protesta resta molto alto, ma ci sono territori decisamente più vocati di altri. Uno è quella della zona industriale Ponterosso, che per specificità e per presenza di industrie energivore potrebbe essere uno dei luoghi sui quali la Regione potrebbe guardare con maggior disponibilità. Confindustria Alto Adriatico ha dato il via libera, mentre il sindaco di San Vito, Alberto Bernava per ora resta alla finestra e non si è espresso. Se da un lato anche la zona industriale Aussa Corno in comune di San Giorgio di Nogaro potrebbe essere area “fertile” per un termovalorizzatore, dall’altro è altrettanto vero che con il nuovo impianto siderurgico ci sarebbe un ingorgo di aziende ad alto rischio inquinamento. Il sito, dunque, potrebbe essere escluso anche a fronte del fatto che il sindaco sangiorgino non pareva favorevole ad appesantire ulteriormente il suo territorio. Resta, dunque, San Vito, la zona industriale Ponterosso o comunque altre aree limitrofo che possano essere di servizio alle aziende collocate su quel sito.


I PROGETTI


Allo stato nessuno si sbilancia. Da quanto si è saputo, però, almeno due aziende che operano sul fronte rifiuti in provincia di Pordenone si sarebbero fatte avanti fornendo la disponibilità. Un termovalorizzatore, pur se di medie dimensioni, costa in ogni caso svariati milioni di euro. Si tratta di un investimento notevole al quale per ovvie ragioni, se poi la gestione deve restare in mano al pubblico, serviranno più soggetti finanziatori. Per quanto riguarda, invece, i sovalli da bruciare, non ci sarebbero problemi: tanto per fare un esempio, infatti, Ambiente Servizi spende circa sei milioni di euro l’anno per portare all’estero i rifiuti da bruciare.


LE REGIONALI


Il vero problema è legato al fatto che tra sette mesi si vota per il rinnovo della Regione. Sarebbe una follia elettorale imbarcarsi in questo momento in un progetto del genere, viste le sicure resistenze. Come dire che se la cosa andrà avanti sarà solo ed esclusivamente sotto traccia. Per il resto si dovrà aspettare il nuovo mandato.

Ultimo aggiornamento: 20:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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