Per i cittadini cambierebbe sostanzialmente poco.
IL CONTRACCOLPO
Primo capitolo, bar e ristoranti. In zona gialla potrebbero continuare a lavorare, ma con limiti pesanti legati alle presenze a tavola. Non più di quattro - se non conviventi - i commensali ammessi ad ogni tavolo. Un dettaglio? Non proprio, dal momento che si sta avvicinando il periodo natalizio, che da sempre fa rima con cene aziendali, pranzi allargati e grandi ritrovi. Una zona gialla renderebbe di fatto impossibile queste ricorrenze, se non tra gruppi estremamente ristretti. E per i locali tutto ciò si tradurrebbe in una pesante contrazione dei ricavi, in un periodo solamente segnato da una maggiorazione decisiva degli incassi annuali.
C’è poi il capitolo delle discoteche. Ecco, quelle sarebbero costrette a richiudere, senza appello. Possono lavorare solamente in zona bianca. Alcuni locali notturni del Friuli Venezia Giulia hanno aperto solo da qualche settimana. Sarebbe una mazzata tremenda per tutto il settore dell’intrattenimento dedicato ai giovani.
EVENTI E STADI
Ma c’è un altro comparto che soffrirebbe in misura non indifferente a causa di un eventuale passaggio in zona gialla del Friuli Venezia Giulia. È quello degli eventi e degli spettacoli. Con il cambio di colore, infatti, risulterebbero modificate le capienze. Impianti aperti al 25 per cento, e comunque non oltre le 2.500 persone all’aperto e mille al chiuso. Stop. Nessuna deroga nemmeno per la Dacia Arena di Udine, che di spettatori ne potrebbe tenere più di 20mila. Un brutto colpo anche per tutti gli eventi legati al Natale, sia a Udine che a Pordenone. Le regole della zona gialla rischierebbero di vanificare tutti gli sforzi degli organizzatori. Stesso discorso per le stagioni teatrali e i cinema. Insomma, tutto da rifare e da riprogrammare.
MASCHERINE
Infine i dispositivi di protezione. In zona gialla, com’è noto, tornerebbe l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto, tranne durante l’attività sportiva. Sarebbe un altro imperdonabile passo indietro sulla strada della piena normalità.