Covid all'assalto dei piccoli comuni del Fvg: città risparmiate, ecco i dati e perché il virus si comporta così

Martedì 23 Marzo 2021 di Marco Agrusti
I tamponi di massa a Tramonti di Sopra
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PORDENONE E UDINE - Ci si aspetterebbe, a ridosso del picco della terza ondata (è previsto tra questa e la prossima settimana) di dover organizzare “la battaglia di Udine”, oppure un “cordone” per “salvare Pordenone”. E invece no, non ce ne sarà bisogno, perché il virus che da un anno ferma il mondo è sempre capace di sorprendere. Non sono le città, il problema di un Friuli Venezia Giulia sempre più travolto dalla nuova marea di infezioni. Il Covid ha lanciato l’assalto ai paesi, alle piccole comunità, ai tessuti interconnessi tra loro ma non ai grandi agglomerati urbani. E paradossalmente, pur essendo più piccoli i centri del contagio, la partita è ancora più difficile da vincere. 
L’ANALISI
Pordenone, Gorizia, Udine e Trieste. Le quattro città non sono in situazioni disastrose. Neppure Gorizia e Udine, le cui province presentano invece le condizioni epidemiologiche peggiori. A Pordenone i positivi sono 158, cioè tre ogni mille abitanti. A Udine 1.046, cioè 10 ogni mille abitanti. A Gorizia, 343 (9,7 ogni mille residenti), a Trieste 1.579 (7,8). I capoluoghi non soffrono, hanno un contagio nella media, al limite tra la zona gialla e la zona arancione. La vera emergenza è nei paesi, letteralmente invasi dalle varianti e da una miriade di focolai intrafamiliari che in alcuni casi i dipartimenti di prevenzione non riescono nemmeno a tracciare. 
LA SPIEGAZIONE
Gli esperti epidemiologi della task force regionale stanno provando a spiegare il fenomeno e si sono accorti di come le città siano meno colpite rispetto ai paesi. E ci sono diverse spiegazioni. La più accreditata fa riferimento alle abitudini di vita tipiche dei piccoli centri: gli incontri tra le famiglie sono molto più frequenti e i contatti assidui. Ecco perché i focolai si moltiplicano. Al secondo posto ci sono i contagi sul posto di lavoro, specie nelle aree di confine dove gli spostamenti - anche transfrontalieri - sono maggiori e soprattutto quotidiani. In terza battuta c’è l’impatto della variante inglese, che in regione è esplosa a partire dalla provincia di Gorizia. Ecco perché a cavallo tra quella zona e la provincia di Udine (le Valli del Natisone ad esempio) il contagio è schizzato così in alto. 
LE AREE RISPARMIATE
C’è poi un altro caso, che riguarda alcuni dei comuni più colpiti durante la seconda ondata: sembrano praticamente immuni di fronte al ritorno del contagio, per effetto dell’alta quota di anticorpi naturali presente nella popolazione. È l’esempio della montagna pordenonese, che oggi presenta incidenze minime.

Ma anche di alcuni comuni della Carnia, come ad esempio Paularo. Il paese della Valle d’Incarojo era stato tartassato a novembre, come Sappada. Entrambi ora soffrono molto meno. 

Ultimo aggiornamento: 08:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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