PORDENONE - L'emergenza Covid, che negli ultimi due anni per il reparto è stata pesantissima, e la mancanza di medici pneumologi mettono a rischio il reparto della Pneumologia dell'ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone.
LE DIFFICOLTÀ
I trenta posti letto del reparto, durante l'emergenza sanitaria, hanno dovuto rispondere all'incessante richiesta di ricoveri di pazienti Covid anche con un certo numero di posti di terapia semi-intensiva. Solo nelle ultime settimane la situazione è migliorata. Un periodo difficilissimo in cui gli operatori (guidati dal primario Umberto Zuccon, erede della lunga tradizione di un reparto considerato fiore all'occhiello in regione, sempre in trincea con i suoi uomini) hanno combattuto una serratissima battaglia contro la pandemia. Ma il reparto sta ora pagando i due terribili anni di emergenza: un periodo in cui - anche a causa di turni di lavoro pesantissimi, della carenza di personale infermieristico e dei rischi legati alla possibilità di infettarsi - diversi pneumologi hanno scelto di lasciare il reparto. Da undici i medici sono rimasti quattro, oltre al primario. «Abbiamo dovuto ricorrere alla riorganizzazione - sottolinea il direttore generale Joseph Polimeni - proprio perché si è ridotto il numero dei medici. E gli specialisti pneumologi sono quanto di più difficile in questo momento da trovare sul mercato delle professioni sanitarie. È stata messa in campo una riorganizzazione guidata dal capo dipartimento delle Medicine e dal responsabile degli infettivologi. Si è così formato un pool multidisciplinare che supporta gli specialisti della pneumologia. Si tratta - aggiunge il direttore - di una soluzione provvisoria. È necessario tamponare finché ci sono ricoveri di pazienti Covid. Poi è nostro obiettivo mantenere la Struttura complessa con il primario Zuccon proprio da me nominato».
L'auspicio della direzione è che la difficoltà sia «transitoria» con l'obiettivo di reclutare nuovi specialisti. Ma le preoccupazioni per il futuro del reparto tra i personale stanno aumentando. E ieri intanto nuovi allarmi, oltre a quelli delle settimane scorse, sono arrivati dalla politica locale. La civica Bene Comune ha lanciato un appello: «Chiediamo al sindaco Ciriani di convocare urgentemente un'assemblea dei sindaci e di dare un riscontro concreto alla lotta del personale sanitario, sostenendo lo sciopero del 13 maggio prossimo».