Covid nel pordenonese: in 7 giorni casi raddoppiati. Ma ospedali quasi vuoti

Venerdì 17 Giugno 2022 di l.d.f.
Un reparto Covid

PORDENONE - Proprio nel giorno in cui spariscono le mascherine, fatti salvi i mezzi pubblici, ospedali e Rsa, il Covid torna ad alzare la cresta e da una settimana all’altra a pagare il conto più alto è la provincia di Pordenone dove si riscontra una impennata del 104 per cento in soli sette giorni. È l’area infatti con il valore più alto con 258 casi ogni mille abitanti, in aumento del 104% rispetto alla settimana precedente.

Seguono nell’ordine Udine con 257 casi (+41,5%), Trieste con 240 (+28,9%) e Gorizia con 180 (+50,6%). In Friuli Venezia Giulia, dunque, nella settimana dall’8 al 14 giugno rispetto ai 7 giorni precedenti, si certifica una performance in peggioramento. Sopra la media nazionale i posti letto occupati in area medica (7% contro 6,5%), mentre sono sotto la media nazionale i ricoveri in terapia intensiva (1,7% contro 2%). A fare i monitoraggi la Fondazione Gimbe.


L’ASSESSORE
«Dal 4 di giugno - spiega l’assessore alla Sanità, Riccardo Riccardi - stiamo assistendo a una inversione di tendenza dopo otto settimane di calo. L’aumento è sensibile, ma quello che ci rincuora è il fatto che non ha inciso nè sui ricoveri in area medica, nè tantomeno su quelli in terapia intensiva. Voglio anche dire che il 65 per cento delle persone ricoverate (ieri erano 88 ndr.) occupa un posto letto non per il Covid, pur essendo positive, ma per altre patologie. È chiaro - conclude - che le cautele sono ancora necessarie e il dato più critico è che abbiamo una adesione molto bassa di persone fragili che si sono vaccinate con la quarta dose».


L’INFETTIVOLOGO
A entrare più nel dettaglio su quello che sta accadendo in provincia di Pordenone, è l’infettivologo dell’Asfo, Massimo Crapis. «Diciamo subito che il pordenonese registra questa impennata che è il doppio della media regionale, perchè confina con la provincia di Treviso. Già in passato il Friuli Occidentale ha mostrato andamenti più simili al Veneto che al resto della regione». Crapis va avanti. «I numeri dimostrano che il virus sta circolando parecchio e che il suo contenimento oramai è impraticabile. Diciamo che possiamo essere moderatamente preoccupati perchè è altrettanto vero che sino ad ora la sintomatologia che si sviluppa non è assolutamente grave. Non si riempiono nè gli ospedali, nè le terapie intensive. Questo è il trend e questo ci fa essere più fiduciosi». Resta il fatto che nel giorno in cui si certifica l’impennata di contagi vengono tolte le mascherine praticamente da tutti i siti. «Non trovo sbagliato togliere le mascherine - conclude Crapis - perchè i contagi che abbiamo oggi, grazie alle vaccinazioni e a chi ha preso il Covid, non sono certo paragonabili a quelli dello scorso anno. Credo, inoltre, che sarebbe giusto non contare più i contagi, ma basarsi solo sui ricoveri».


I NUMERI 
A guardare i casi di ieri sembra di aver fatto un tuffo nel passato. I contagi, infatti, hanno sfiorato le mille unità in regione, esattamente 940, a fronte di un totale di 5.494 tamponi. Le persone ricoverate in terapia intensiva sono 3 mentre i pazienti ospedalizzati in altri reparti sono 88. Si registrano inoltre quattro decessi, due a Udine e due a Gorizia. In Fvg, secondo i dati della Fondazione Gimbe, le persone con più di 5 anni che non hanno ricevuto nessuna dose di vaccino sono il 6,8% (media Italia 7%) a cui si aggiunge un altro 6,9% temporaneamente protetto in quanto guarito dal virus da meno di 180 giorni. Il 13% invece non ha ricevuto la terza dose (media Italia 11,3%). Il tasso di copertura vaccinale con quarta dose è del 17,8% per le persone immunocompromesse (media Italia 38,2%).

Ultimo aggiornamento: 18 Giugno, 09:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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