Mancano i ritiri estivi e Piancavallo "buca" la stagione: alberghi tutti chiusi

Giovedì 14 Maggio 2020 di Lorenzo Padovan
Mancano i ritiri estivi e Piancavallo "buca" la stagione: alberghi tutti chiusi
AVIANO - Gli alberghi di Piancavallo questa estate resteranno chiusi: impossibile garantire un servizio per i pochissimi clienti che non hanno ancora inviato la disdetta. La stazione turistica avianese, che negli ultimi anni era diventata una sorta di “Cittadella dello sport” in quota, deve alzare bandiera bianca.

IL DANNO
I conti del disastro legato al Coronavirus sono presto fatti: quasi 900 mila euro per la chiusura anticipata invernale, almeno 1,2 milioni di euro per lo stop all’ospitalità di luglio e agosto. Non ci sono nemmeno grandi speranze per un dietrofront dell’ultim’ora. È vero che sono in programma dei vertici imminenti con la Regione e Promoturismo Fvg, ma l’utenza consolidata in quest’ultimo lustro è fatta prevalentemente di atleti. Calciatori, rugbisti (con l’ex pilone azzurro Martin Castrogiovanni che teneva i suoi stage cui partecipavano ragazzi da tutta Italia), pattinatori, pallavolisti. Tutte discipline che, almeno per l’intera estate, non si potranno riprendere con contatti ravvicinati. Senza contare che le comitive salivano in Piancavallo per i ritiri pre-campionato dove, prima ancora dell’aspetto atletico e agonistico, si cerca di cementare lo spirito di gruppo, attraverso momenti aggregativi che non possono prescindere dagli assembramenti. Assieme al buco milionario per gli imprenditori del settore vengono a mancare anche una sessantina di posti di lavoro stagionali tra Sport Hotel, Albergo Regina, 1301 Inn e Stella Montis. Quanto all’Antares, che non fa parte della cordata che vede assieme i principali impresari del settore turistico, da quanto si è appreso non ci sono ancora certezze rispetto alla piena operatività, che comunque già negli ultimi anni si era limitata al cuore dell’estate. 
IL PORTAVOCE
Nadir Sandrin è il responsabile commerciale del brand Piancavallo: «Non ci sono le condizioni - inizia la sua analisi - perché quanto abbiamo faticosamente costruito in questi anni è legato a filo doppio allo sport. La località era diventata punto di riferimento per svariate discipline: solo per fare qualche esempio, avevamo già in programma tornei di calcio, il campionato del mondo di tennis per ipovedenti, il Giro del Friuli giovanile di ciclismo, oltre a tante altre attività in diversi sport, anche motoristici. Senza parlare del fatto che da marzo in poi sono saltati direttamente i bandi delle varie Federazioni: per il pattinaggio artistico eravamo un punto di riferimento quasi irrinunciabile. In questo quadro sconsolante, non ha senso economicamente che strutture che possono ospitare complessivamente 500 persone tengano aperto per vedere se arriva all’ultimo istante qualche famiglia». Incognita totale anche sul Giro d’Italia: «Abbiamo ribadito la nostra disponibilità per le tappe riprogrammate a ottobre, ma dobbiamo parlarci chiaramente: la vetrina mondiale che assicura è straordinaria, ma per noi si tratta del tutto esaurito per una notte e un paio di altri giorni di lavoro per preparazione delle strutture e disallestimento. A fine maggio era un fantastico trampolino di lancio, a ottobre - semmai si farà - sarà aprire e chiudere nel bel mezzo del nulla: a noi comunque va benissimo se si correrà, perché adesso ogni evento ci dà una mano».
SECONDE CASE
Sandrin è convinto, al contrario, che Piancavallo farà registrare un boom di riaperture delle quasi duemila seconde case, aumento di presenze che riguarderà anche il settore plein-air:«“Non c’è un posto più sicuro della montagna se vuoi sfuggire al virus - continuano le sue riflessioni -: per questo, non potendo viaggiare, soprattutto all’estero, i proprietari riscopriranno il valore dei loro immobili. Temo però che nemmeno i nostri ristoranti riusciranno a beneficiarne: tranne Genzianella, Roncjade e Baita Arneri, che hanno grandi spazi all’aperto, le limitazioni ai posti a sedere imposte dagli scienziati finiranno per condannare a una stagione di sofferenza anche il settore della ristorazione. Che non si risolleverà neppure con l’invasione di camper che ci attendiamo: al massimo quel tipo di turismo aiuterà l’economia dei pochi negozi locali». 
Ultimo aggiornamento: 15:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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