Coronavirus, inizia la fase due: 100mila persone tornano al lavoro in provincia

Domenica 3 Maggio 2020 di Davide Lisetto
Coronavirus, inizia la fase due: 100mila persone tornano al lavoro in provincia
PORDENONE - La fine del lockdown segnerà domani la riapertura della stragrande maggioranza delle attività economico-produttive del Friuli occidentale. Sono ventiduemila le aziende pronte a ripartire – seppure con gradualità e scaglionando i rientri degli addetti – dopo quasi due mesi di stop. Migliaia di lavoratori si apprestano a entrare nella Fase 2 della pandemia. Ma non sono pochi quelli che invece – tra proteste e malumori – dovranno rinviare la ripartenza al primo giugno. Se si sommano queste persone a chi aveva continuato a lavorare – nelle imprese in cui era consentito secondo i codici Ateco – anche durante le restrizioni è ipotizzabile che con l’inizio della settimana oltre centomila persone in provincia escano di casa e si muovano per raggiungere fabbriche e uffici.
L’APPELLO SUI CONTROLLI
Un numero elevato di cittadini tenterà di tornare a una non facile normalità: ciò potrebbe portare – come sostengono gli esperti in epidemiologia – a una inevitabile recrudescenza dei contagi. Per questo l’attenzione – anche della Prefettura e degli organi di controllo e vigilanza - è puntata sulle stringenti misure di sicurezza sanitaria e sul rispetto dei protocolli di garanzia della salute dei lavoratori che dovranno essere applicati e rispettati. E su questo fronte ieri i vertici di Confartigianato locali hanno inviato una lettera aperta a tutti gli organi di vigilanza per chiedere che “i controlli necessari e doverosi che saranno effettuati diventino occasione di incoraggiamento e non di ulteriore frustrazione per le imprese che chiedono di non essere vessate con azioni repressive”. Insomma Confartigianato dice: controlli sulle regole sanitarie sì, repressione no. Intanto uno studio del colosso internazionale della consulenza aziendale Ernst&Young, sulla base dei dati del contagio e di una serie di altri parametri socio-economici, pone Pordenone nelle primissime posizioni nazionali tra i centri urbani più “resilienti” e pronti a uscire dal lockdown in sicurezza.

I NUMERI La Destra Tagliamento conta circa 136 mila occupati complessivamente nei diversi comparti economici. Tra questi circa 50 mila appartengono all’industria manifatturiera, 7 mila 500 alle costruzioni. Nella vasta area dei servizi (pubblico impiego, oltre a commercio, ristoranti, alberghi e terziario legato all’industria) operano invece circa 76 mila addetti. Settemila circa gli operatori nel comparto dell’agricoltura, settore in cui molti hanno sempre continuato a lavorare. Tenuto conto che nella maggioranza delle fabbriche la riaccensione dei motori sarà piuttosto graduale e con un numero ridotto di operai l’impatto sui movimenti sarà ridotto. Inoltre, è da considerare che molte imprese – oltre agli uffici pubblici – continueranno a mantenere buona parte dei “colletti bianchi” in smart working a casa. Difficile, dunque, avere numeri precisi sulla fine delle limitazioni: è però ipotizzabile che in provincia tornino al lavoro tra i 90 e i 100 mila addetti.
CHI RESTA IN ATTESA
Nei settori del commercio e servizi saranno invece diverse migliaia gli operatori - tra titolari e dipendenti – che saranno ancora fermi oppure che potranno operare a regime molto ridotto attraverso il take-away o le consegne a domicilio. Commercio, alberghi, bar ristoranti, nel Friuli occidentale, danno lavoro a quasi 22mila addetti. Serrande ancora abbassate – fino al primo giugno, a meno che la Regione acceleri con una propria ordinanza anticipando il riavvio – per le attività legate ai servizi alla persona. Saloni di parrucchieri, estetiste, barbieri e tatuatori (questi ultimi pronti a un flash-mob per il 6 maggio) contano quasi mille titolari. Se si aggiungono i dipendenti si ha un piccolo esercito di quasi tremila addetti. Artigiani che proseguono la loro battaglia per riaprire anticipatamente e che hanno anche inviato una lettera-appello ai parlamentari della regione. Intanto, domani parte il primo test dell’era post-Covid. Senza mai staccare gli occhi dalla curva dei contagi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci