Coronavirus, nelle aziende di Pordenone spunta la figura del virologo per garantire la sicurezza: maxi-accordo industrie-sindacati

Giovedì 23 Aprile 2020 di Antonella Lanfrit
Coronavirus, nelle aziende di Pordenone spunta la figura del virologo per garantire la sicurezza: maxi-accordo industrie-sindacati
PORDENONE - Rafforzamento dell’Organo paritetico provinciale con l’inserimento, insieme alle figure confindustriali e sindacali, di un virologo dell’ospedale di Pordenone e di un esperto della sicurezza sul lavoro dell’Azienda sanitaria Friuli Occidentale. Inoltre, novità assoluta, creazione della figura del Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza a livello territoriale – una coppia formata da un sindacalista e da un confindustriale – per sostenere e monitorare l’applicazione delle norme anti Covid sin nelle micro aziende.
IL PATTO
È il contenuto innovativo dell’accordo sottoscritto ieri tra Confindustria Alto Adriatico e i sindacati Cgil, Cisl e Uil del pordenonese, volto a garantire la piena attività in sicurezza delle aziende nella Fase 2 post pandemia, quella cioè destinata a una ripartenza che non può permettersi battute d’arresto. Le rappresentanze sindacali territoriali avevano accanto a sé i segretari regionali, per confermare la volontà di estendere il modello a tutta la regione. Chiaro l’obiettivo del patto: il Protocollo per i comportamenti anti-Covid sul luogo di lavoro firmato a livello nazionale tra le parti il 14 marzo scorso funziona, come dimostra l’indagine svolta da Confindustria Alto Adriatico su 300 aziende del pordenonese che impiegano 15mila addetti.
IL PRESIDENTE
«Il punto è garantire la costante applicazione, soprattutto – ha spiegato il presidente di Confindustria Alto Adriatico, Michelangelo Agrusti – nelle piccole e micro realtà, ovvero in una larga percentuale delle aziende della regione». Come fare? La «lunga tradizione pordenonese di relazioni industriali improntate alla partecipazione», hanno premesso all’unisono sindacati e parte datoriale, ha permesso di giungere «alla condivisione di ulteriori procedure ed azioni per rendere più efficaci le misure di prevenzione», con il rafforzamento dell’Opp, l’Organismo paritetico provinciale, attraverso figure tecniche e la creazione del Responsabile dei lavoratori per la sicurezza a livello territoriale. Che «non avrà il compito di un controllo ostile nelle aziende», ha precisato Agrusti, ma di «supportare imprenditori e lavoratori nella formazione e applicazione del Protocollo». Si parte con 6 unità a comporre tre coppie e in breve tempo è previsto il raddoppio delle forze. In parallelo, l’Opp si porrà come punto di raccolta dei problemi applicativi delle norme.
IMPRESE APERTE
In un territorio in cui «al netto dell’edilizia privata l’80% delle aziende sta lavorando e all’appello manca sostanzialmente il settore del Mobile – ha aggiornato il presidente degli industriali - le richieste autorizzative alla Prefettura per proseguire la produzione sono state a ieri circa 1.600, delle quali circa 1.200 evase, con una sessantina di disposizione per la sospensione. Un contesto in cui il patto siglato «andrà oltre l’emergenza», ha aggiunto Agrusti, evidenziando che, insieme al vice Pierluigi Zamò, già nelle riaperture effettuate sin qui «Confindustria non ha mai immaginato ci potessero essere decisioni unilaterali».
IL SINDACATO
Soddisfatti i sindacati per il percorso compiuto, per l’accordo e per le prospettive che il clima delle relazioni promette. «A Pordenone non si sono messi a raccogliere firme per qualcuno», ha punto il segretario regionale della Cisl Alberto Monticco, riferendosi alla raccolta di firme per Mario Draghi presidente del Consiglio promossa da Confindustria Udine, «ma si è lavorato per essere di supporto sia dove c’è sia dove non c’è il sindacato. L’auspicio è che questo possa essere un metodo operativo applicabile in tutta la regione». Per Villiam Pezzetta, segretario di Cgil Fvg una «Confindustria illuminata ha saputo, insieme ai sindacati, dare un contributo per relazioni di alto profilo, considerato anche il pericolo imminente di crollo della capacità industriale». D’accordo il segretario Uil Fvg, Giacinto Menis: «Pordenone conferma la tradizione di laboratorio innovativo, con una iniziativa che è nostra intenzione tra
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