Comuni in difficoltà, pochi dipendenti in municipio: i sindaci firmano al loro posto

Lunedì 19 Dicembre 2022 di Antonella Lanfrit
Sindaci
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Che si bussi alla porta dell’Anci Fvg, l’associazione dei Comuni, o del Cal, il Consiglio delle autonomie locali, il messaggio di massima non cambia: l’emergenza rispetto alle opere in corso, ai bandi europei, a quelli legati al Pnrr e alle altre opportunità che il mercato offre per attirare fondi da trasformare in azioni utili ai cittadini non è da ricercare in particolar modo nella reticenza dell’apparato amministrativo a prendersi le responsabilità di firma, quanto nel fatto che le persone che dovrebbero far funzionare gli uffici non ci sono.

E il sindaco deve assumersi anche quell’onere, se vuole rispondere alle richieste dei cittadini. «Ci sono sindaci che non hanno il responsabile dell’ufficio anagrafe – esemplifica il presidente dell’Anci Fvg, Dorino Favot – e quindi sono loro ad assumere la posizione organizzativa per firmare i documenti». E l’ufficio anagrafe non è un caso isolato. «Capita che neppure all’ufficio tecnico ci sia la figura di riferimento. Ne consegue che, per rilasciare gli atti relativi a urbanistica ed edilizia privata, tocchi al sindaco assumere l’onere della firma», prosegue Favot, rimarcando i rischi connessi. «Magari un primo cittadino di professione è filosofo – estremizza il presidente dell’associazione dei Comuni – e deve assumersi responsabilità rispetto ad ambiti tecnici di cui non ha una approfondita conoscenza». Alla carenza del personale si aggiungono le tempistiche di alcuni bandi, per esempio del Pnrr, dei veri e propri cappi al collo dei Comuni.

LA CORSA
«È capitato con il bando dedicato alle scuole, per demolirle e rifarle o per intervenire in modo significativo su di esse – racconta Favot -. Diverse amministrazioni del Friuli Venezia Giulia hanno avuto soddisfazione, vedendosi attribuire le risorse, ma le tempistiche ministeriali sono letteralmente impossibili da rispettare. Non ci sono le forze per far fronte ai ben 25 punti da ottemperare per siglare lo schema di convenzione». Il pressing dei beneficiari ha fatto sì che il Governo abbia concesso un proroga di due mesi e poi di ancora due mesi, «ma si sa già che neppure così si può stare nei termini», considera Favot con cognizione di causa. I fondi andranno perciò persi? «Ci auguriamo che ciò non accada e confidiamo che a Roma si mettano una mano sulla coscienza e allunghino ancora i tempi, per renderli congrui a progetti definitivi, esecutivi e alle gare di appalto conseguenti», afferma il già sindaco di Prata di Pordenone. L’elenco delle problematicità acute non finisce qui.

LE INCOGNITE
«Pesa inoltre l’aumento dei costi delle materie prime e delle bollette – spiega il presidente Anci Fvg -, che rende difficile chiudere i bilanci di previsione e una programmazione seria»? Per il bilancio di previsione «meno male che sono stati concessi tre mesi in più», ma la situazione «resta difficile». Nel corso del 2022 i Comuni del Friuli Venezia Giulia hanno attinto a ogni buona pratica e riserva possibile per arrivare a fine anno e chiudere i conti in pareggio. Sembrerebbe quindi scongiurato un terreno negativo, almeno per la gran parte degli enti locali. «Ci sono stati i supporti statali e regionali e lo Stato ha ammesso per il 2022 l’utilizzo dell’avanzo di amministrazione per la copertura dei costi delle bollette – aggiorna Favot –. Ciò consente ai Comuni della regione di chiudere in pareggio. Ma la preoccupazione resta, perché nel 2023 il tesoretto cui si è attinto quest’anno non ci sarà».

LE DIFFICOLTÀ
Inoltre, prosegue, «tutte le amministrazioni in questi mesi si sono attivate per mettere in atto risparmi: c’è chi non ha acceso le luminarie natalizie e chi è intervenuto sull’illuminazione pubblica. Insomma, i margini di manovra sono stati utilizzati». L’Anci Fvg, ricorda il presidente, ha stretto un accordo con la Regione per la messa a disposizione di tecnici per supportare i Comuni a scrivere i bandi e le amministrazioni ne hanno usufruito -; inoltre, l’Anci Fvg ha messo a disposizione forze proprie per seguire le richieste legate al Pnrr e interfacciarsi direttamente con le direzioni regionali. «L’invito ai Comuni – conclude Favot – è a utilizzare tutte queste forme di sostegno e a mettersi insieme, per utilizzare personale specializzato. Non è facile, ma dobbiamo farlo, per non perdere occasioni uniche per gli enti locali».

Ultimo aggiornamento: 20 Dicembre, 08:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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