Carcere poco sicuro. Ospita soltanto 25 detenuti e potrebbe chiudere tra un mese

Martedì 31 Maggio 2022 di Loris Del Frate
Il carcere di Pordenone

PORDENONE - Il carcere cittadino, il Castello, potrebbe chiudere prima che sia terminato quello nuovo di San Vito ancora impantanato nei ricorsi. Anzi, la chiusura se il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria accetterà la richiesta che ha in mano il sottosegretario alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, potrebbe essere questione di poco tempo.

Forse un mese. L’ipotesi di chiudere definitivamente il Castello è emersa nel corso della visita che lo stesso sottosegretario Sisto ha fatto a Pordenone la settimana scorsa. 


LA SICUREZZA
Alla base di questa scelta ci sono seri problemi di sicurezza. Nel carcere di piazza della Motta, infatti, sono in corso dei lavori che stanno creando problemi e interessano la realizzazione dell’intero sistema dei servizi igienici comprese le docce e poi c’è da sistemare l’ala in cui è caduto un pezzo di tetto rendendo inagibili alcune celle. Non a caso il numero dei detenuti è il più basso in assoluto: attualmente ci sono solo 25 persone. «Prima di tutto - spiega il senatore Franco Dal Mas che ha accompagnato il sottosegretario nella visita al carcere - c’è da rimarcare la dedizione del personale che opera in condizioni “estreme” all’intero della struttura pordenonese. Sono sotto organico da diverso tempo e nonostante questo solo grazie alla loro volontà è possibile tenerlo aperto. Non a caso la richiesta di chiudere anticipatamente il carcere per questioni di sicurezza, ma anche in considerazione dello stato di degrado dell’opera e dei lavori in corso - è partita proprio dagli operatori di giustizia. A questo proposito - va avanti Dal Mas - una richiesta in tal senso era arrivata anche dal presidente dei magistrati di sorveglianza e dal procuratore generale della Corte d’Appello».


IL TRASFERIMENTO
«C’è poi da aggiungere - va avanti - che i 25 detenuti presenti oggi a Pordenone sono un numero esiguo e quindi potrebbero trovare facilmente posto smistati nelle altre strutture della regione, compreso Tolmezzo. In ogni caso, proprio per la presenza dei lavori non sarà possibile ampliare il numero dei detenuti per parecchio tempo. A questo punto, quindi, tanto vale chiudere definitivamente il Castello e aspettare la realizzazione della nuova struttura a San Vito».


IL RISCHIO
C’è però un problema. I lavori nel sito sanvitese sono fermi e sino ad ora sono andati avanti a singhiozzo. È stato allestito il cantiere e poco più. Il perchè è presto spiegato: c’è un ricorso che deve essere discusso al Consiglio di Stato. La struttura avrebbe dovuto essere completata nel 2024, ma le continue beghe giudiziari tra le imprese che hanno partecipato alla gara hanno fatto slittare la data di almeno tre anni. C’è il concreto rischio, insomma, chiudendo anticipatamente e definitivamente il Castello, che la provincia resti senza un carcere per diversi anni. «Non è da escludere invece - incalza il senatore Dal Mas - che questa situazione possa accelerare l’iter di San Vito». Nei prossimi giorni il sottosegretario Sisto si incontrerà con i responsabili del Dap per portare avanti l’istanza di chiusura del Castello e se sarà accolta il giro di chiave potrebbe arrivare tra pochi mesi. 


SAN VITO
Il problema vero, però, è un altro. I lavori del carcere di San Vito non sono mai partiti e c’è pure il rischio che i soldi per la realizzazione dell’opera non ci siano più perchè spalmati su altri capitoli di spesa. Morale della favola con l’eventuale chiusura anticipata di Pordenone la possibilità che la provincia rimanga senza un carcere si fa più concreta.

Ultimo aggiornamento: 07:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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