Bagni unisex e carriera alias, il caso del liceo Grigoletti finisce al ministero

Giovedì 13 Aprile 2023 di Giulia Soligon
Bagni Unisex al primo piano del liceo Grigoletti di Pordenone

PORDENONE - Il caso dei bagni unisex e della carriera alias del liceo Grigoletti di Pordenone finisce a Roma, direttamente sui banchi del governo. A informare del fatto il sottosegretario al Ministero dell’istruzione Paola Frassinetti è stato l’onorevole di Fratelli d’Italia Emanuele Loperfido, che ha precisato come in tutti i cambiamenti «ci vogliono equilibrio e analisi delle possibili conseguenze, senza fughe in avanti che pur hanno come obiettivi - certamente condivisibili - la protezione dei soggetti che possano essere discriminati o non sentirsi a proprio agio nell’ambiente scolastico in questo caso».
Infatti, nonostante le intenzioni che hanno portato la preside Ornella Varin a intraprendere questa iniziativa erano e restino delle migliori, tra gli studenti corre qualche perplessità.


LE REAZIONI
Tra chi l’ha scoperto alla mattina leggendo l’articolo sul Gazzettino e chi ne è venuto a conoscenza dopo il rapido passaparola tra compagni di scuola, quel che si apprende dagli studenti è che la comunicazione non è arrivata limpida e chiara come una circolare per la gita scolastica. Probabilmente si è dato un po’ per scontato che dopo l’approvazione in assemblea d’istituto, la novità dei bagni unisex avesse fatto il giro completo tra tutti, eppure per molti ieri mattina non è stato proprio così. Se il cambio di rotta doveva arrivare come un colpo di scena, tra i ragazzi l’aria che tirava era di sostanziale indifferenza. Un cambiamento, sì «ma non so dove possa portare» racconta uno studente. È solo il primo giorno però, non c’è stato nemmeno il tempo per abituarsi alla novità. «Come andrà avanti la cosa lo si vedrà questa settimana» commentano due studentesse alla fine delle lezioni scolastiche.
Nulla da obiettare sulla bontà di tale decisione, orientata a mettere a proprio agio chi sta intraprendendo un percorso di cambiamento di sesso, ma «le priorità sono altre» spiega Luca, studente del terzo anno, elencando servizi igienici senza porte, piastrelle rotte e luci che non vanno.

Si tratta di «un’iniziativa che presuppone una certa maturità, al momento assente tra i ragazzi» continua. Tale considerazione infatti non può che aprire una pioggia di domande. È con dei bagni unisex che può dirsi superata - almeno in una piccola parte - la distinzione di genere? Cosa potrebbe accadere lì dentro? A sollevare maggior preoccupazione - soprattutto all’interno dell’universo scolastico femminile - è l’invasione della privacy. «Non l’ho ancora provato, ma penso sia un disagio per noi ragazze. Tuttavia, se tutti si impegnano a mantenere pulito il bagno, si può fare» è il pensiero pur sempre ottimista di Giorgia.


LE CONSEGUENZE
Ma non è solo un discorso di igiene o di priorità a destare timore, quanto anche la possibilità che quel luogo possa trasformarsi in una gabbia per chi intende sfuggire agli occhi di qualcuno. Non basta infatti che la novità sia limitata al primo piano, il solo che al momento dispone dei nuovi servizi. Niente più “maschi da una parte e femmine dall’altra”, ma un unico ingresso, alla cui porta è appeso un foglio con indicati entrambi i simboli di genere. 


LA LETTERA ALLA PRESIDE
E qualcuno che ancora legge la carta stampata c’è. Perché è proprio da un lettore del Gazzettino che è partita una dura lettera alla preside della scuola. «Viva la confusione mentale! Vergogna» si legge nella mail, indirizzata alla segreteria d’istituto e prontamente inoltrata a Varin. Per fugare qualsiasi dubbio, in allegato l’articolo uscito ieri sul giornale.


LA CARRIERA ALIAS
Non bastano i bagni unisex. A creare scompiglio tra gli studenti nel primo giorno di rientro dalle vacanze pasquali è anche la cosiddetta carriera alias. Novità anche questa, voluta dalla preside, sulla base di una precisa richiesta arrivata da uno studente (di cui non si specifica nome, sesso o età) che ha espresso la volontà di poter intraprendere questo percorso.
Anche in questo caso però la notizia pare abbia fatto un giro corto, perché molti tra gli studenti ne sapevano ben poco. «Non ho idea di cosa sia» è il commento di un ragazzo, subito istruito da una compagna di classe, informata circa la possibilità per gli studenti transgender di modificare il proprio nome anagrafico sul registro scolastico.

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Ultimo aggiornamento: 28 Aprile, 11:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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