Molti sacilesi lo conoscono perché con la sua carrozzina a motore guida un trenino composto da locomotiva e due vagoni, che per ora rappresenta l’unico modo che ha per spostarsi insieme alla sua famiglia.
IL PROBLEMA
L’ascensore del loro palazzo infatti non funziona, di nuovo. Tarek e la sua famiglia abitano nel condominio di via Gardini 10, composto da 26 appartamenti, di cui 20 a gestione Ater e 6, al piano rialzato, di proprietà comunale. Il valore stimato del complesso residenziale nel 2020 era di quasi 3 milioni e 800 mila euro. Al piano terra trovano posto una gastronomia, una pizzeria per asporto e altre attività molto frequentate dai sacilesi, dal momento che via Gardini è una trafficata laterale di viale Zancanaro. Incredibilmente, in quel palazzo, e nonostante la difficile condizione in cui si trovano sia lui che la moglie, a Tarek è stato assegnato un appartamento al terzo piano. Da una ventina di giorni davanti alla porta dell’ascensore c’è un cartello che avvisa che è fuori uso e, secondo quanto rende noto l’Ater stessa, la riparazione non sarà a stretto giro di posta: “Con la ditta che si occupa della manutenzione, la Schindler, si è verificato che il malfunzionamento non riguarda solo la parte relativa alle pompe dell’olio, come inizialmente ipotizzato, ma anche parte del corpo motore: questo comporterà dei tempi più lunghi per il ripristino rispetto a quelli inizialmente previsti, perché occorrerà recuperare i ricambi meccanici necessari”. Considerato il modo in cui si trova a scendere le scale Tarek, suona invece quasi ironica la parte finale della nota: “Ater Pordenone ringrazia sia la Schindler per il pronto intervento, sia il Comune di Sacile che ha attivato la rete di volontariato per rispondere alle esigenze dei residenti con disabilità”.
I RESIDENTI
Tarek e sua moglie non sono infatti gli unici due disabili del palazzo. Un’altra persona in carrozzina ha casa al primo piano ed è per sua fortuna dotata di un piccolo cingolato capace di arrampicarsi su per le larghe scale. Un paio di piani più su abita un’anziana che si sposta solo con il deambulatore, mentre se la cava, seppur a fatica, una 70enne che ha da poco subito un intervento ad un polmone. «Una volta venivano spesso i pompieri ad aiutarci, sia noi che Ivan (la persona del primo piano) ma ci hanno detto che non possono più». Non rientra nei loro compiti, a meno che la persona non si trovi in condizioni di pericolo. Un’altra residente sostiene che quell’impianto forse ha fatto il suo tempo, visto che risale alla seconda metà degli anni ‘90: «È successo spesso che l’ascensore si sia fermato, ma di solito dopo uno o due giorni lo riparavano. Negli ultimi tempi accade più frequentemente e una volta ci è rimasta bloccata dentro anche la moglie di Tarek che si è molto spaventata» racconta Vita. «Due mesi fa è rimasto fermo per una decina di giorni». Abita a Sacile da circa un anno, prima stavano a Zoppola, in una casa popolare al piano terra. Se proprio non c’è modo di rendere meno complicata la vita agli anziani e ai disabili del palazzo, compresa questa coppia, magari trovandole una sistemazione allo stesso livello della strada, almeno si intervenga rapidamente per riparare in via definitiva quell’ascensore.