Anziani e invalidi maltrattati: ai primi segni sospetti in azione gli infermieri "detective" dell'azienda sanitaria

Gli operatori visiteranno le case alla ricerca di "indizi" tra cui l'igiene carente, la trascuratezza ed eventuali lividi

Giovedì 21 Marzo 2024 di M.A.
Anziani e invalidi maltrattati: ai primi segni sospetti in azione gli infermieri "detective" dell'azienda sanitaria

PORDENONE - Un piccolo segno sul corpo, troppo spesso sottovalutato o scambiato per altro. Il sorriso che non c’è più, oppure poca voglia di parlare. E ancora condizioni igieniche non consone, figlie di un’assistenza non adeguata. I “detective” dell’Azienda sanitaria - nel dettaglio dell’assistenza domiciliare integrata - che presto saranno sul campo dovranno far attenzione a tutto questo. Il loro obiettivo, infatti, sarà quello di scovare in anticipo qualsiasi segno di violenza nei confronti degli anziani e più in generale delle persone con invalidità.

E in prima linea ci saranno gli infermieri, che visiteranno le case per monitorare le situazioni potenzialmente a rischio. 


IL PIANO
In regia c’è il Gruppo aziendale violenza, coordinato dalla dottoressa Fabiana Nascimben, direttrice del Pronto soccorso di San Vito-Spilimbergo. La squadra è quasi pronta e potrà agire sul territorio. «Sarà composta da infermieri dell’assistenza domiciliare integrata - conferma proprio Nascimben - e avrà il compito di monitorare le situazioni di particolare fragilità: anziani, soprattutto donne di una certa età, persone con disabilità». E ci saranno tecniche particolari per riconoscere i segni di una violenza subita magari tra le quattro mura di casa oppure nelle strutture per l’assistenza. Non solo segni fisici, ma anche condizioni mentali che portano alla trascuratezza o all’igiene carente. Gli infermieri noteranno tutto, faranno domande e valuteranno attentamente le risposte. E se i segnali diventeranno inequivocabili si procederà allertando le autorità e i servizi sociali. 

Troppo aggressive con gli anziani Licenziate dalla Casa di riposo


IL PROGRAMMA
A monte, ovviamente, un programma di formazione, a cui si affiancherà un corso che ieri è stato comunicato dall’Azienda sanitaria del Friuli Occidentale. Il fenomeno della violenza e abuso contro soggetti anziani o diversamente abili è sommerso e poco conosciuto anche nei contesti socio assistenziali. Atti come la mancanza di rispetto, la costrizione fisica, la mancanza di assistenza o la negazione delle risorse economiche possono configurare forme di maltrattamento, ma a volte non vengono riconosciute nemmeno dalle vittime di tali abusi. Per tali motivi e per implementare l'emersione di tale fenomeno, nonché conoscere le azioni che possono essere messe in campo per contrastarlo, il Gruppo aziendale violenza di Asfo, la cui referente è Fabiana Nascimben, che da anni si occupa anche di formare il personale sanitario in merito al riconoscimento degli episodi di violenza su donne e minori propone, in collaborazione con associazione "Anziani e non solo" di Carpi, un corso di formazione residenziale che ha come focus il riconoscimento degli episodi di violenza su anziani e soggetti fragili. Il corso si svolgerà in un'unica giornata, il prossimo 22 marzo a partire dalle 8.30, nell'auditorium della Casa dello Studente di Pordenone, ed è rivolto a medici, infermieri, operatori sociosanitari, psicologi, assistenti sociali e operatori delle case di riposo ed Rrsa, e a tutti coloro i quali operino in contesti di cura con anziani o persone fragili. Tale corso rientra tra i progetti formativi all'interno del progetto Ipazia Ccm 2021, cui l'Azienda Sanitaria Friuli Occidentale partecipa assieme all'Istituto Superiore di Sanità e altri partner.

Ultimo aggiornamento: 17:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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