Padova. Maniaco della stazione condannato a nove anni di reclusione: in una lettera si è detto innocente

Assolto per stalking e per uno degli episodi. La pubblica accusa aveva chiesto otto anni, il giudice ha deciso per una pena più severa

Mercoledì 6 Dicembre 2023 di Serena De Salvador
Rayen Wasti

PADOVA - Nove anni e due mesi di reclusione, a fronte degli otto anni chiesti dalla pubblica accusa. È stata nettissima la condanna inflitta ieri dal giudice per le udienze preliminari Elena Lazzarin al ventenne tunisino Rayen Wasti, ritenuto responsabile di sette episodi di violenza sessuale consumati ai danni di altrettante ragazze nei pressi della stazione ferroviaria tra il marzo e il giugno di quest'anno.

Lui era in aula e ha presentato spontanee dichiarazioni attraverso una lettera, sostenendo di essere innocente e precisando che alcune delle presunte vittime non le avrebbe proprio mai viste, mentre con altre avrebbe sì avuto dei rapporti, ma sempre consensuali, tanto da indicarne una come la sua fidanzata.

La condanna

Nove sono le querele contro di lui giunte in Procura. La più recente inizialmente non rientrava in questo processo ma ieri l'avvocato del ventenne Alberto Zannier, ha chiesto che anche quest'ultima denuncia fosse accorpata. Richiesta che è stata accolta dal giudice. Wasti aveva chiesto e ottenuto di essere processato con il rito abbreviato. Inizialmente doveva rispondere di un caso di stalking e sette violenze sessuali, una delle quali di gruppo e una unita all'accusa di violazione di domicilio. Ad esse si è poi aggiunto come detto un ottavo capo d'imputazione, sempre per violenza sessuale. E in principio gli veniva contestato pure il reato di false attestazioni per essersi dichiarato minorenne, per il quale si è però proceduto separatamente. Dunque ieri in sede di udienza preliminare il ventenne si trovava accusato di aver perseguitato una ragazza (seguendola più volte al lavoro e cercando di infilarsi in casa sua) e di averne abusate altre otto tra stupri, palpeggiamenti e baci rubati per strada. Il giudice ha ritenuto di assolverlo per lo stalking e per un episodio di violenza sessuale, mentre lo ha condannato per gli altri sette capi d'imputazione. Una condanna pesante, ancor più dura della pena richiesta dal pubblico ministero Sergio Dini (otto anni). Wasti resterà dunque in carcere a Belluno, dove è detenuto dal giugno scorso quando fu arrestato. Entro novanta giorni si attende il deposito delle motivazioni della sentenza.

Il suo avvocato: «Presenteremo appello»

Ad attenderlo è in particolare l'avvocato Zannier. «È stata senz'altro una condanna sproporzionata, non essendoci evidenze di colpevolezza - ha spiegato -. Non esistono certificati medici: l'unica ragazza che si fece refertare in ospedale dopo aver detto di essere stata stuprata non presentava segni di violenza ma nemmeno di rapporti sessuali recenti. Non è stato mai trovato dna, non ci sono testimonianze dirette anche se i casi sarebbero avvenuti in stazione in mezzo alla gente e non ci sono video o fotografie. Dunque attendiamo le motivazioni, ma ci prepariamo a presentare appello». Gli abusi di Wasti sono cominciati nel maggio 2022, quando ha iniziato a pedinare una ragazza a cui ha dato poi il tormento per nove mesi, seguendola quasi quotidianamente dalla stazione (il suo territorio di caccia) a casa. Di lei ha poi detto che fosse la sua fidanzata del tempo. Poi, tra marzo e giugno 2023, è iniziata la sequela di palpeggiamenti e baci a ragazze che incrociava alla fermata del tram in stazione, ma ci sono pure stati due stupri. Arrestato per spaccio a maggio, in quell'occasione gli inquirenti si resero conto che corrispondeva alla descrizione del maniaco fatta da diverse vittime e ne era seguito, a fine giugno, il secondo arresto. 

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