​Fumata nera per Valvitalia: la produzione sarà trasferita

Mercoledì 9 Marzo 2022 di Iris Rocca
Fumata nera per Valvitalia: la produzione sarà trasferita

DUE CARRARE (PADOVA) - Nessuna mediazione: Valvitalia trasferirà le produzioni a Rivanazzano Terme. È stata categorica la proprietà dell'azienda, durante il tavolo regionale di ieri, nel confermare la volontà di procedere con il trasferimento collettivo di tutti i dipendenti dello stabilimento di Due Carrare nella lontana provincia di Pavia.

Oltre al danno la beffa, ovvero la dichiarazione di non essere disponibile neppure a valutare l'attivazione degli ammortizzatori sociali che renderebbero meno traumatici per il territorio e i lavoratori gli effetti negativi della scelta aziendale. Se, dunque, l'eventuale utilizzo di questi ultimi avrebbe potuto tutelare i lavoratori nella fase di ricerca di una nuova occupazione sul territorio e agevolato l'individuazione di un possibile subentro industriale nel sito con valorizzazione delle maestranze, anche questa possibilità si è vanificata negli uffici della Regione nel pomeriggio di ieri, al cospetto dell'assessora al Lavoro Elena Donazzan, di Mattia Losego, dirigente dell'Unità di crisi di Veneto Lavoro, del sindaco di Due Carrare, Davide Moro, della consigliera regionale Elisa Venturini e dei sindacati.


PERPLESSITÁ

Sconcertata per la totale indisponibilità, la Regione ha mantenuto la sua disponibilità a riaprire il confronto su eventuale richiesta delle parti e ha comunicato che informerà il Ministero dello Sviluppo Economico sulla situazione di difficoltà del gruppo Valvitalia, partecipato tra l'altro da Cassa Depositi e Prestiti, perché si valutino anche in quel contesto le soluzioni di minor impatto per il territorio.


LA GIORNATA

La mattinata di ieri era iniziata con l'incontro fra l'azienda e le Rsu di stabilimento, Michele Iandiorio della Fiom Cgil e Luca Gazzabin della Fim Cisl, con gli 81 dipendenti in sciopero ai cancelli e l'aria appesantita dalla rappresentanza aziendale poco collaborativa. «L'azienda ha minacciato di interrompere ogni tipo di confronto se lavoratori e sindacati non avessero accettato e sposato il trasferimento come unica opzione da proporre alla Regione» hanno sottolineato le organizzazioni sindacali. «Non possiamo accettare questa posizione dell'azienda e ringraziamo la Regione per il suo appoggio condividendone lo sconcerto hanno dichiarato Iandiorio e Gazzabin. - È assurdo questo rifiuto a collaborare, per di più arrivando alle minacce. Noi riteniamo illegittimo che l'azienda voglia utilizzare lo stratagemma del trasferimento per poter arrivare ai licenziamenti senza attivare la relativa procedura con tutte le tutele previste per legge nei confronti dei lavoratori. L'azienda deve rendersi disponibile a valutare possibili acquirenti».

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