Padova. Ucciso dal carabiniere dopo aver investito un altro militare, Tac sul corpo dello stalker per mappare i colpi di pistola

Intanto le condizioni del carabiniere ferito restano gravi. Al momento è in coma farmacologico con prognosi riservata

Martedì 18 Luglio 2023 di Marco Aldighieri
Haixhi Collaku

PADOVA - Proseguono le indagini sulla sparatoria di vicolo Castelfidardo, nel quartiere della Sacra Famiglia. Nella giornata di ieri il corpo dell'albanese di 55 anni Haxhi Collaku è stato sottoposto a una Tac totale. Oggi pomeriggio invece, come disposto dal pubblico ministero Marco Brusegan titolare del fascicolo, verrà eseguita l'autopsia. Intanto le condizioni del carabiniere ferito restano gravi.

Domenica è stato sottoposto a un'altra visita medica. Al momento è in coma farmacologico con prognosi riservata.

L'esame

La Tac ha permesso agli inquirenti di individuare i fori di entrata e di uscita di due dei quattro colpi di pistola sparati dal vicebrigadiere del Nucleo radiomobile, ora iscritto nel registro degli indagati con l'accusa di eccesso colposo di legittima difesa. I proiettili blindati, esplosi da una Beretta di ordinanza semiautomatica calibro 9, hanno ferito lo straniero al torace e a una gamba. Ma sarà l'esame autoptico a fare piena luce sul caso. La Procura ha nominato come medico legale la professoressa Margherita Neri dell'Università di Ferrara. La docente, nel corso dell'autopsia, preleverà anche alcuni campioni di organi da sottoporre all'analisi tossicologica. La difesa del militare, rappresentata dall'avvocato Ernesto De Toni, ha invece nominato come consulente di parte il medico legale Claudio Rago.

Il fatto

Venerdì pomeriggio, intorno alle 14, Haxhi Collaku ha soltanto finto di andarsene dopo essere stato invitato dai due carabinieri a rispettare il divieto di avvicinamento all'ex moglie. In realtà si è rimesso al volante del suo furgoncino Skoda di colore azzurro. Pieno di rabbia ha ingranato la marcia puntando dritto contro la pattuglia. Ma soprattutto contro il militare, di spalle, impegnato a redigere il verbale dell'intervento. In quella posizione non è riuscito a schivare il veicolo ed è stato schiacciato con le gambe tra la "Gazzella" e il furgone. L'albanese, furioso e assetato di vendetta, è sceso dal mezzo e impugnando un coltello ha tentato di avventarsi contro il carabiniere ferito e steso agonizzante sull'asfalto. Il vicebrigadiere, in una manciata di secondi, prima ha urlato all'albanese di fermarsi. Poi l'ha rincorso e alla fine per bloccarlo è stato costretto a estrarre la pistola e ad aprire il fuoco. In questo modo ha salvato la vita al suo collega, dolorante e inerme a terra. Il vicebrigadiere, durante il suo intervento, ha riportato una distorsione a una caviglia rimediando una prognosi di 15 giorni. Quando si è allontanato dal luogo della sparatoria, lo straniero era ancora vivo. Haxhi Collaku è deceduto in ospedale a causa del colpo di pistola al petto.

Chi era

L'albanese, nonostante una condanna per maltrattamenti, risalente ad una decina di anni fa, non si era mai rassegnato alla fine del suo matrimonio. Anzi, spiava, pedinava e seguiva l'ex moglie. Il divieto di avvicinamento alla donna e l'ammonimento del questore del 2021, non lo hanno fatto desistere. La sua ex compagna, anche lei albanese, era terrorizzata da quell'uomo. Sapeva quanto era violento e temeva per la sua incolumità tutte le volte che usciva e rientrava a casa. Pure la figlia di 23 anni, aveva paura di suo padre: con lui aveva chiuso da tempo ogni rapporto. L'ex moglie era al corrente degli appostamenti e dei pedinamenti dell'ex marito. Già in passato Collaku la aveva sorvegliata e lei, con estremo coraggio, lo ha denunciato. Venerdì pomeriggio quando l'ha visto arrivare al volante del furgoncino Skoda, ha chiamato il 112. I carabinieri come previsto dalla legge hanno messo a verbale quanto era accaduto e lui, Haxhi Collaku, ha perso la testa. 

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